Con l’aumento dell'età dei dializzati aumentano le barriere, non solo cliniche, alla DP, il cui superamento richiede il ricorso alla DP assistita.
Inizialmente delegata al familiare la DP assistita ha assunto nel tempo forme diverse. Non è chiaro però quali siano gli effetti sulla scelta del trattamento dialitico di un approccio integrato che preveda tutte le modalità di DP assistita (familiare, badante, infermiera a domicilio, RSA). Il nostro Centro offre da molti anni un programma di DP assistita cui è stato inserito dal 2009 anche la videodialisi. Obiettivo dello studio è stato pertanto quello di valutare gli effetti sull’incidenza della DP di un programma che prevede TUTTE le forme di DP assistita.
Analisi retrospettiva dei pazienti incidenti (1° trattamento) in dialisi presso il nostro Centro nel periodo 01/01/2004-31/12/2015 (esclusi trasferiti da altri Centri). Caratteristiche generali, livello di autonomia valutato secondo le scale ADL/IADL dell’UVG, motivi della scelta del trattamento sono state le variabili considerate.
Dei 339 pazienti considerati (età 70,7±13,1 anni – DM 46,9%) 134 iniziavano con la DP (71,6±13,0 anni – DM 49,3%) di cui 28 per ragioni cliniche e 106 per scelta (Figura 1). Di questi ultimi, in ordine di impegno assistenziale, i pazienti autonomi erano 41 (38,7%), quelli seguiti in videodialisi 10 (9,4%), 32 erano assistiti da un familiare (30,2%), 10 da badanti (9,4%) e 13 in RSA (12,3%). Età e disautonomia erano proporzionali all'impegno assistenziale. Comprendendo i pazienti immessi in DP per ragioni cliniche i pazienti autonomi per la DP sono risultati 44 ovvero solo il 13,0% ed il 32,8% rispettivamente di tutti i pazienti e di quelli in DP.
Un programma di DP assistita mantiene elevato il ricorso alla metodica. Il ricorso alla infermiera a domicilio è in declino mentre la video dialisi si conferma una modalità di DP assistita sempre più utilizzata.