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Casi clinici

La Dialisi Peritoneale "un asso nella manica" in pazienti con grave scompenso cardiaco e moderata insufficienza renale: un caso clinico

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La Dialisi Peritoneale (PD) è una efficace terapia nei pazienti con grave insufficienza cardiaca (HF ) e moderata Insufficienza renale (Iadarola GM -2013 [1]). Purtroppo è sottoutilizzata per diverse ragioni: a) linee guida cardiologiche ambigue b) non viene eseguita in tutti i centri dialisi c) mancanza di cooperazione tra cardiologi e nefrologi.

Presentiamo un caso clinico di grave insufficienza cardiaca (HF) non responsiva a terapia diuretica, trattata con PD come opzione iniziale per controllo della ritenzione idrica.

Paziente maschio di 72 anni con storia di ipertensione arteriosa,diabete mellito, infarto miocardico anteriore (2009) trattato con PCI, blocco di branca sinistro, ridotta fazione di eiezione (EF) (0.2), impianto di CRTD, fibrillazione atriale permanente,nefropatia cronica moderata (GFR 30ml/min), fu ricoverato in Terapia intensiva cardiologica per severa HF (NYHA IV) ascite ed edemi. Il paziente era in trattamento con diuretici (metazolone 5mg /die, furosemide 500mg /die, canreonato di potassio 50mg /die), dicumarolici e beta bloccanti.

Il seattle HF Model stimava per il paziente una aspettativa di vita di 0.8 anni con mortalità di 0.73,0.93 e 0.99 a 1, 2 e 5 anni (Levy WC- 2006 [2] (full text)) (Fig 1).

Si decide di iniziare trattamento peritoneale automatizzato (APD): Tempo 9 ore, Volume totale 10lt, glucosio 2.27% Tidal 50%.

Le condizioni generali migliorano e dopo un mese si osserva una riduzione del 10% del peso corporeo, un passaggio alla classe NYHA 3 e una EF% incrementata (0.3) Dopo un anno le condizioni cliniche rimanevano stabili con una diuresi residua >1000cc die e UF 900cc ma si osservò un declino della finzione renale (GFR 17ml/min ) Il trattamento diuretico fu ridotto ma non modificata terapia PD.

Dopo tre anni le condizioni cliniche si mantenevano stabili, non c'era stata alcuna ospedalizzazione per scompenso cardiaco ma il paziente era diventato anurico per cui si modificò trattamento dialitico incrementando il volume totale (15 lt) e aggiungendo poliglucosio nella sosta lunga (1500 cc). Si ottenne una stabilizzazione del peso del paziente e una PUF di 1300cc die (Fig 3).

L'impendenza toracica come indice di congestione polmonare registrata dal CRTD (Lumax 540 HFT, Biotronik) rimaneva stabile (fig 2). (Kaszala K-1999-2001 [3] (full text)).

Conclusioni

L'ultrafiltrazione peritoneale è realmente un trattamento efficace in pazienti selezionati con grave HF e il suo utilizzo dovrebbe essere implementato.

release  1
pubblicata il  03 maggio 2016 
da Barattini M., ¹Bertolozzi I., Sposini S., Briglia M., Ceccarelli F., Betti G.
(UO Nefrologia e Dialisi, Ospedale Apuane; ¹UO Cardiologia, Ospedale Apuane)
Parole chiave: ultrafiltrazione peritoneale
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