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Casi clinici

Una terapia veramente "Adapted"

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La scelta del trattamento sostitutivo in un un paziente affetto da insufficienza renale cronica (IRC) non deve dipendere esclusivamente da valutazioni di carattere clinico, bensì può e deve tener conto degli aspetti psicologici, emotivi e delle sue necessità. (Morton RL-2010 [1] (full text))

La fase ambulatoriale così detta di pre-dialisi, è molto importante per modellarlo sul paziente che viene informato circa i vantaggi e limiti delle diverse metodiche dialitiche in modo da potersi orientare con maggiore cognizione di causa verso la soluzione più consona. (Chanouzas D- 2012 [2] (full text))

Paziente maschio di 43 anni, inizia trattamento emodialitico nel 2013 per insufficienza renale a rapida progressione in IgA nephropathy .Ddopo due anni di emodialisi, chiede di potere effettuare dialisi peritoneale (DP) per esigenze di lavoro. Dopo inserimento di Vicenza Cath, inizia trattamento dialitico peritoneale automatizzato (APD) con cycler Sleep Safe Harmony (Fresenius) Il paziente chiede che il trattamento dialitico abbia una durata di non più di otto ore per il tipo di lavoro effettuato.Viene quindi impostato un trattamento con un volume totale di litri 10, 45 minuti di sosta, e un tempo complessivo di h 7.30.

Dopo un mese gli esami ematochimici rilevano: Creatinina 14.9mg/dl Azotemia 112 mg/dl Na 138 mEq/l K 5.2 : valori sovrapponibili a quelli rilevati durante trattamento emodialitico.

Esegue un PET dopo due mesi (Fig 1) che lo identifica come rapido trasportatore Viene aggiunto poliglucosio durante la sosta lunga (Fig 2) ma il paziente lamenta disconforto durante il lavoro (è magaziniere) per cui si provvede nuovamente a modificare il trattamento: viene incrementato il volume totale infuso (15 lt) (Fig 3) con soste variabili per incrementare Ultrafiltrazione (UF) visto che il paziente era oligoanurico e mantenendo l'addome vuoto durante la sosta diurna. Si eseguono esami di controllo ad un mese che mostrano un notevole incremento dei valori di creatinina: 17mg/dl e fosfatemia 9.3mg/dl: inoltre il paziente comincia a presentare astenia, adinamia.

Viene nuovamente effettuato un PET (Fig 4) che rileva una modificazione della membrana peritoneale: da rapido a lento (medio) trasportatore. Nuova terapia: Volume tot 15lt (glucosio a bassa e media concentrazione),soste variabili, aggiunto poliglucosio nella sosta lunga (dopo avere spiegato al paziente che era necessario mantenere l'addome pieno per esigenze dialitiche e ultrafiltrative) (Fig 5). Vengono effettuati dopo circa un mese esami di controllo che dimostrano una riduzione dei valori di creatinina 13.7mg/dl buon controllo della fosforemia (5.3mg/dl), buon equilibrio metabolico, UF > 10000.

Conclusioni

La dialisi peritoneale (DP) è il trattamento domiciliare per eccellenza che garantisce una migliore qualità di vita perché capace di adattarsi alle necessità personali e usare le ore diurne per le esigenze di lavoro o sociali.

In questo caso la terapia è stata letteralmente “cucita addosso“ al paziente che ora gestisce meglio il proprio tempo. Il rimpianto è non averla iniziata prima.

release  1
pubblicata il  03 maggio 2016 
da M. Barattini, S. Sposini, M. Briglia, F. Ceccarelli, E. Biassoli, ¹A. Casani
(U.O Nefrologia e Dialisi Ospedale Apuane; ¹Dir. U.O Nefrologia e Dialisi Ospedale Apuane)
Parole chiave: dialisi peritoneale
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