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Casi clinici

LEAKAGE IN DIALISI PERITONEALE: ESPERIENZA MONOCENTRICA PISANA

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INTRODUZIONE

Il leakage è una complicanza non infettiva della dialisi peritoneale e può essere responsabile di deficit di ultrafiltrazione, non efficace depurazione e di abbandono della metodica con passaggio definitivo all’emodialisi se non corretto adeguatamente. L’eziologia comprende interventi di chirurgia addominale con danno della membrana peritoneale, breve periodo di break-in, ernie, ancoraggio difettoso della cuffia profonda, trauma locale, o infezioni [De Vecchi AF- 2002] [1] (full text).

CASISTICA e METODI

È stata condotta un’analisi retrospettiva dei pazienti prevalenti in Dialisi Peritoneale presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana tra il marzo 2008 e il marzo 2016 che hanno presentato leakage.

RISULTATI e DISCUSSIONE

Su 71 pazienti in dialisi peritoneale nel periodo considerato 5 hanno sviluppato leakage, con prevalenza del 7% (3 maschi e 2 femmine; età media 66,2 ±11,7 aa; break-in 30,6 ±23,36 gg; età dialitica b198,8±223,32 gg). Le caratteristiche dei pazienti esaminati e i sintomi d’esordio sono mostrati nella Figura 1. Sono stati posizionati cateteri di Tenckhoff retti a due cuffie, con tecnica chirurgica laparoscopica in anestesia generale. In 2 pazienti (n° 3 e 5), provenienti dall’emodialisi, anurici, con scarso patrimonio vascolare e/o storia di sepsi da catetere venoso centrale, è stato osservato un break-in di soli 5-8 giorni. In questi pazienti la necessità clinica di proseguire una terapia dialitica non ha consentito un adeguato intervallo tra posizionamento del catetere peritoneale e inizio del trattamento, e nonostante fosse stata impostata una dialisi automatizzata notturna (APD) a bassi volumi, il leakage si è sviluppato ugualmente. In letteratura sono riportate delle casistiche in cui un break-in breve o non osservato non aumenta in maniera significativa l’insorgenza di leakage [Jo Y-2007] [2] (full text). In tre pazienti l’edema scrotale è stato il sintomo d’esordio per presenza di pervietà del dotto peritoneo vaginale; due di questi presentavano ernia inguinale, complicanza relativamente comune nel paziente in CAPD (25%) [Teoh CW- 2015] [3]. Sebbene un aumentato rischio di ernia addominale e di leakage sia stato associato alla ADPKD (Autosomal Dominant Polycystic Kidney Disease) [De Vecchi AF- 2002] [1], [Del Peso G-2003] [4] (full text) nella nostra casistica nessuno dei pazienti era affetto dalla malattia policistica renale. Nelle altre due pazienti la cellulite addominale è stata la principale manifestazione clinica. In tutti i casi è stata impostata APD a bassi volumi, ed è stata eseguita correzione chirurgica dell’ernia in 1 paziente, mentre il secondo è attualmente in lista operatoria. Solo in quest’ultimo si è reso necessario il passaggio temporaneo all’emodialisi per recidiva del leakage. Negli altri 4 pazienti non si sono verificate recidive e sono stati ripresi gli schemi dialitici abituali.

CONCLUSIONI

Nel nostro Centro la prevalenza di leakage è stata del 7%, dato in linea con la letteratura (1,5%-37%). Non esistono evidenze sulla strategia da preferire tra proseguire l’APD o passare temporaneamente all’emodialisi [Shah H-2006] [5] (full text); secondo la nostra esperienza una APD a bassi volumi ha mostrato recidiva solo in un caso. 

release  1
pubblicata il  03 maggio 2016 
da Bottai A, Onnis FE, Zullo C, Giglio E, Mangione E, Palmarini D, Egidi MF
(UO Nefrologia, Trapianti e Dialisi SSN, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana)
Parole chiave: dialisi peritoneale, leakage
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