Introduzione: secondo le LG della ESC del 2012 lo SCC, definito come una alterazione morfo-funzionale cardiaca che determina una ridotta ossigenazione tessutale con alterazioni metaboliche gravi e un insieme di sintomi e segni specifici, risulta avere una prevalenza 1-2% della popolazione adulta; 10-20% negli ultra 70-enni, età media: 75 aa, mortalità del 50% a 4 aa, mortalità in caso di re-ospedalizzazione è del 40% a 1 anno, 5% di tutte le cause di ospedalizzazione per eventi acuti, 2% della spesa sanitaria.
I dati di re-ospedalizzazione sono del 16, 30, >40% rispettivamente a 3, 6, 12 mesi dalla diagnosi. Questi i dati che portano i nefrologi ad essere coinvolti nella gestione della terapia di questi pazienti e a poter proporre la pUF secondo i criteri definiti dalle BP redatte dal GSDP, 2012.
La nostra esperienza su 7 pazienti, iniziata nel 2010 ha dei risultati clinici che ricalcano quelli ottenuti e descritti nelle precedenti esperienze nei termini di miglioramento della GC, riduzione di classe NYHA, rapporto CT, GFR, tasso di ospedalizzazione e quindi riduzione dei costi globali.
Inoltre è risultato evidente come il valore aggiunto al successo terapeutico sia legato alla presenza del care-giver o alla gestione del paziente in una struttura adeguata.
La DP come anche la pUF rappresentano per noi Nefrologi delle terapie specifiche e di elezione, che ci rappresentano e distinguono dalle altre figure mediche, non meno importanti e certamente necessarie, pertanto la loro applicazione ed espansione è un dovere professionale e una specificità di merito cogliendo tale come oppurtunità reale per saper gestire sul territorio una patologia ad ampio ventaglio clinico.