La comunicazione pleuroperitoneale è una rara complicanza (1,6-10%) associata alla CAPD (Continuous Ambulatory Peritoneal Dialysis) e richiede una diagnosi tempestiva e un trattamento precoce per evitare l’abbandono della metodica. In letteratura la diagnosi di comunicazione pleuro-peritoneale viene confermata dalla peritoneografia, dalla scintigrafia e dal dosaggio del glucosio nel liquido pleurico. Secondo alcuni Autori un trasudato pleurico con gradiente PF-S (glucosio liquido pleurico-glucosio sierico) >100 mg/dl è sufficiente per la diagnosi; altri valutano il rapporto PF/S che deve superare 1 per confermare il leakage.
Paziente di sesso maschile di 73 anni, uremico cronico per nefropatia non nota, affetto da ipertensione arteriosa e pregressa neoplasia prostatica che, nel febbraio 2014 dopo 20 giorni dall’inizio della CAPD a dose standard, ha manifestato dispnea, tosse, aumento ponderale, e deficit di ultrafiltrazione.
Escluso il malfunzionamento del catetere peritoneale con Rx diretta addome, è stato eseguito Rx torace con riscontro di versamento pleurico bilaterale, maggiormente evidente a dx, esteso dall'apice alla base polmonare, come confermato dalla TC torace (vedi Figura 1) È stata eseguita toracentesi con esame chimico fisico del liquido pleurico: presenza di cellule mesoteliali, linfociti e leucociti neutrofili, assenti cellule neoplastiche, glucosio 251 mg/dl (glicemia 79 mg/dl), proteine 0,5 g/dl, LDH 64 U/l, PS 1010. Il gradiente PF-S era 172 mg/dl, e il PF/S ratio 3,18. Dopo l’esecuzione di talcaggio pleurico, e momentaneo passaggio all’emodialisi, non è stata ripresa CAPD per volontà del paziente.
L’idrotorace è una rara evenienza in CAPD, ma deve essere sospettata in presenza di versamento pleurico e di deficit di ultrafiltrazione, e spesso si associa a drop-out definitivo come nel nostro caso.