Eseguire una analisi retrospettiva in pazienti con scompenso cardiaco congestizio (SCC) trattati con metodica peritoneale o con approccio conservativo.
Ventiquattro pazienti sono stati inclusi nello studio; 12 trattati con metodica peritoneale, 6 mediante ultrafiltrazione peritoneale e 6 in dialisi peritoneale (gruppo-A); 12 in terapia medica selezionati random dall’ambulatorio cardiologico dello SCC (gruppo-B). L’osservazione è stata di 18 mesi (media di 12,1± 6,6). Sono stati raccolti dati sugli eventi maggiori (cardio-cerebro-vascolari e decesso), ospedalizzazioni (escluso training della metodica), numero di visite ambulatoriali.
Criteri di inclusione: età≥18; eGFR< 60ml/min/1.73mq; classe NYHA III-IV; >1 ospedalizzazione nell’ultimo anno e/o ripetuti accessi ospedalieri giornalieri non programmati per SCC; segni di congestione sistemica e/o polmonare.
Criteri di esclusione: neoplasia attiva, demenza, mancato consenso informato.
I due gruppi erano sovrapponibili per caratteristiche demografiche, frazione di eiezione, dosaggio di diuretici. Come prevedibile l’eGFR e l'emoglobina erano significativamente minori nel gruppo-A.
Durante il follow-up abbiamo osservato 4 eventi maggiori (tre decessi) nel gruppo-A (33,3%) e 8 eventi (sette decessi) nel B (66.7%).
Il numero di visite ambulatoriali/mese è risultato significativamente minore nei pazienti in trattamento peritoneale (1,2 [0,4-4,1] gruppo-A vs 2,5 [2,0-3,1] gruppo-B; p=0,03); così come i giorni di assistenza medica/mese (ospedalizzazioni+visite), che rappresentano il carico assistenziale totale, erano di 2,0 [1,1–5,5] vs. 4,4 [3,0–8,7]; p=0,034.
L'analisi per eventi multipli secondo Andersen-Gill dimostra un aumento significativo della sopravvivenza libera da eventi nel gruppo-A (il risultato per l'end-point composito è un HR di 0.39; p=0.009, quindi con riduzione del 60% del tasso di eventi, che rimane HR=0.51; p=0.042 inserendo nel modello EF e dose di furosemide) (Figura 1).
Durante il follow-up non si sono verificati episodi di peritonite.
Questo studio, seppur con le sue limitazioni di numerosità e di selezione della popolazione, evidenzia come la tecnica peritoneale sia un approccio terapeutico efficace e sicuro nel trattamento dello SCC (Francois-2015) [1] (full text). In accordo con precedenti esperienze (Bertoli S.V.-2014) [2] (full text)(Courivaud C.-2012) [3] (full text) e con le “best practice” del GSDP (Iadarola G.M.-2012) questo tipo di intervento terapeutico è in grado di determinare non solo un importante e significativo impatto dal punto di vista clinico, ma anche economico e sociale.
[1] François K, Ronco C, Bargman JM et al. Peritoneal Dialysis for Chronic Congestive Heart Failure. Blood purification 2015;40(1):45-52 (full text)
[2] Bertoli SV, Musetti C, Ciurlino D et al. Peritoneal ultrafiltration in refractory heart failure: a cohort study. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2014 Jan-Feb;34(1):64-70 (full text)
[3] Courivaud C, Kazory A, Crépin T et al. Peritoneal dialysis reduces the number of hospitalization days in heart failure patients refractory to diuretics. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2014 Jan-Feb;34(1):100-8 (full text)
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