L'emoperitoneo è una temibile complicanza della dialisi peritoneale. Spesso è indice di peritonite e crea grande allarmismo tra i pazienti. Tuttavia, non sono infrequenti forme ricorrenti, a cadenza più o meno fissa, non legate ad infezioni.
Riportiamo qui un caso di emoperitoneo ricorrente in una donna di 44 anni affetta da malattia renale cronica terminale conseguente a pielonefrite cronica per cui si imponeva la terapia sostitutiva con CAPD.
A distanza di 8 mesi dall'inizio della terapia sostitutiva la paziente presentava il primo episodio di emoperitoneo, che ricorreva in seguito a cadenza mensile.
Contestualmente a tali episodi, la paziente non presentava dolore addominale, febbre e/o alterazione degli indici di flogosi: VES, PCR ed emocromo risultavano nella norma. Il liquido di drenaggio peritoneale non presentava alterazioni morfologiche e l’esame colturale risultava sterile.
Questi episodi coincidevano con il primo giorno del ciclo mestruale, e si risolvevano spontaneamente entro 48 h. Dopo aver escluso le cause più temibili di emoperitoneo quali anomalie vascolari, malposizionamento del catetere peritoneale, rotture di cisti addominali, trombocitopenia, la paziente praticava uno screening per endometriosi mediante ecografia transvaginale e sovrapubica ed esame TC associati alla determinazione sierica del CA 125.
Si escludeva in questo modo la presenza di endometriosi e ci si orientava per una suggestiva forma di mestruazione retrograda. La paziente riferiva, infatti, che, sebbene non fosse mai stata amenorroica durante la fase conservativa della malattia renale cronica, con la terapia dialitica peritoneale i cicli avevano acquisito una migliore regolarità.
La mestruazione retrograda é una delle cause benigne di emoperitoneo, non infrequente nelle donne e non rappresenta un’emergenza clinica per i pazienti in dialisi peritoneale.