Il successo della Dialisi peritoneale (DP) è strettamente correlato al corretto posizionamento del catetere peritoneale (CP). Le tecniche di impianto sono svariate; nel nostro Centro, in passato il più comune approccio utilizzato era la chirurgia open, ma, negli ultimi anni, la chirurgia laparoscopica (Fig 1,2,3), in precedenza riservata al trattamento di complicanze e malfunzionamento del CP, ha gradualmente ricoperto un ruolo sempre più ampio1-3. In letteratura i dati sono discordanti, ma complessivamente è riportata una minor percentuale di malfunzionamento del CP con la tecnica laparoscopica rispetto alla chirurgia open (13% vs 35%), in presenza di percentuali di successo e di morbilità accettabili4-5. Comunque, trials clinici randomizzati e controllati disegnati allo scopo di confrontare le due metodiche sono pochi o ancora in corso5.
Valutare la presenza o meno di un vantaggio nell’uso della tecnica videolaparoscopica rispetto alla open nel posizionamento del CP.
Abbiamo preso in considerazione i dati di 24 pazienti sottoposti a posizionamento di CP (swan-neck) tra febbraio 2009 e dicembre 2011 presso il nostro Centro, confrontando retrospettivamente complicanze, malfunzionamenti, giornate di degenza e dolore post-operatorio tra le due metodiche operatorie. Per confrontare i due gruppi abbiamo utilizzato il t test per campioni indipendenti. I dati sono presentati come media ± DS e sono considerati significativi con P ≤ 0,05.
Abbiamo considerato 12 pazienti operati con tecnica open da febbraio 2009 ad aprile 2010 e 12 pazienti operati con tecnica videolaparoscopica da ottobre 2010 a dicembre 2011. I pazienti operati con tecnica open presentavano 64 ± 13.8 anni, nessun malfunzionamento né dislocazione, 1 peritonite, nessuna complicanza maggiore; le giornate di degenza sono state pari a 9 ± 7. Il livello di dolore post-operatorio denunciato (secondo scala NRS) era 7.8 ±1.5; nello specifico, il 75% (9 su 12) ha presentato dolore >7.
I pazienti operati con tecnica videolaparoscopica presentavano 64 ± 12.6 anni, nessuna dislocazione, 1 malfunzionamento, 1 peritonite, nessuna complicanza maggiore; le giornate di degenza sono state pari a 6 ± 4. Il livello di dolore post-operatorio denunciato (secondo scala NRS) era 4.7 ±1.6; nello specifico, l’8% (1 su 12) ha presentato dolore >7.
I dati relativi ai due gruppi, che presentano età sovrapponibile (P = 0.98), mostrano una differenza statisticamente significativa solo riguardo l’entità del dolore post-operatorio, che risulta significativamente inferiore in presenza di tecnica videolaparoscopica rispetto alla open (P< 0.0001, Fig.4). Per il resto, non sono emerse differenze significative tra i due gruppi nel verificarsi di dislocazioni, malfunzionamenti o peritoniti, né per quanto riguarda le giornate di degenza (P = 0.19, Fig.5).
Secondo la nostra esperienza, la metodica videolaparoscopica ha mostrato un'efficacia sovrapponibile alla tecnica open e si è rivelata mini-invasiva, sicura, ben tollerata e vantaggiosa soprattutto per quanto riguarda il decorso post-operatorio, senza sottovalutare le molteplici potenzialità interventistiche che ampliano l’utilizzo della dialisi peritoneale anche a casi “difficili”.
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