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Catetere Peritoneale

UNA SOLUZIONE PER LA DISLOCAZIONE DEL CATETERE PERITONEALE

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Introduzione

Il malfunzionamento del catetere peritoneale è la seconda causa di insuccesso precoce del tipo di tecnica dialitica, e più del 17% dei pazienti ha cattivi risultati con la dialisi peritoneale a causa di inefficienza del catetere (Shahbazi [1]). Fin dal 1968, quando Tenckhoff mise a punto l’omonimo catetere, sono state messe a punto una serie di raccomandazioni per ottimizzarne l’impianto, un tunnel sottocutaneo arcuato, e la direzione verso il basso sia dell’exit-site che dell’estremità intraperitoneale.

Dal 1968 ad oggi sono stati proposti un grande numero di varianti sia nel tipo di catetere (Dell'Aquila [2]) e sia nelle tecniche da utilizzare per l’impianto (Di Paolo [3] (full text). Ad oggi il catetere di Tenckhoff continua ad essere il più usato (circa nel 65% dei casi) e le linee guida più aggiornate non sono in grado di suggerire l’uso di un particolare tipo di catetere né di una più sicura tecnica di impianto (Figueiredo [4] (full text).

Tra le complicanze non infettive del catetere c'è tra le più frequenti la dislocazione o migrazione.

Il catetere swan-neck con doppia cuffia, sembrerebbe sia gravato da una minore incidenza di migrazione rispetto al catetere di tipo retto, come risulterebbe da diversi studi condotti negli ultimi dieci anni. L’incidenza del malposizionamento del catetere risulta variare dal 5% al 35% a seconda delle casistiche presenti in letteratura. Nei diversi lavori effettuati si confrontavano metodiche chirurgiche differenti, laparoscopia vs chirurgia tradizionale, tecniche di posizionamento sotto guida fluoroscopica con buoni risultati.

Scopo del lavoro

Valutare se vi era una riduzione dell’incidenza della dislocazione applicando una tecnica chirurgica semplice e priva di costi aggiuntivi.

Materiali e metodi

Sono stati sottoposti, dal 2001 al 01/2012, 275 pazienti (158 uomini e 117 donne) di età media (59 anni) ad intervento di posizionamento di catetere peritoneale tipo Tenkhoff swan-neck doppia cuffia. La tecnica utilizzata è quella chirurgica con un accesso paraombelicale sinistro. La metodica utilizzata sfrutta la memoria elastica del catetere. Questo (Figura 1), con il tratto di circa 5cm (Figura 3) che va tra la cuffia profonda ancorata alla fascia posteriore e la curva del catetere stesso “schiacciato” sotto il muscolo retto (Figura 4) e la fascia anteriore (Figura 5) viene posizionato in una ideale prosecuzione del tratto intraddominale. Questo tratto del catetere, bloccato sotto il muscolo retto e tra le due fascie, obbliga il catetere stesso a mantenere stabile la sua posizione ideale, diretto verso il punto più basso della cavità addominale rispettando la sua memoria elastica; infatti qualunque dislocazione forzerebbe tale condizione e sarebbe contrastata da un ritorno alla posizione di riposo, quella ideale.

Nella Figura 6 è chiaramente visibile come la posizione del tratto di catetere intramurale non faciliti una posizione stabile verso il Douglas del catetere stesso, ma al contrario la porzione intraddominale può assumere qualunque posizione.

Risultati

L’incidenza di dislocazione del catetere al follow up è stato dello 0%, nessun caso.

La maggioranza dei pazienti inclusi nella nostra casistica ha dei tempi di carico e scarico di breve durata con la possibilità di ottenere “tidal” quasi sempre superiori all’80% nei pazienti in trattamento con tecniche automatizzate (APD).

Conclusioni

Esiste la possibilità di risolvere definitivamente il problema della dislocazione del catetere peritoneale senza ricorrere a metodiche complesse e costi aggiuntivi, utilizzando un normale catetere di Tenckhoff Swan-neck con una tecnica chirurgica standard. Questa tecnica porta oltre che alla riduzione delle complicanze collegate all’impianto, anche ad una massimizzazione delle performances di carico e scarico rendendo più efficienti gli scambi grazie ad un catetere peritoneale stabilmente posizionato nella posizione ideale.

release  1
pubblicata il  19 marzo 2012 
da Sturniolo A., Aureli F., Naticchia A., D’Alonzo S., Costanzi S., Ferraro M., Passalacqua S., Gambaro G.
(Nefrologia e Dialisi Complesso Integrato Columbus – Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma)
Parole chiave: catetere peritoneale, dialisi peritoneale
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