L’NGAL è un polipeptide di 25000 Dalton che presenta un certo potere batteriostatico, andando ad interferire con le sideroforine batteriche: il legame fra sideroforine ed NGAL limita l’acquisizione da parte delle cellule batteriche del ferro dell’ospite, limitando così la proliferazione batterica[1]. Sulla base di questa osservazione alcuni studi hanno riportato un aumento locale dell’NGAL durante episodi di infezione batterica [2,3,4,5].
La peritonite si configura come una delle complicanze più temibile della dialisi peritoneale. L’identificazione precoce di tale complicanza è un elemento fondamentale per intraprendere una terapia adeguata. In alcune occasioni il quadro iniziale non è sempre di univoca interpretazione. Come riportato dalle linee guida della Società Internazionale Di Dialisi Peritoneale [6] non sempre la presenza di un liquido effluente torbido si correla con un quadro di peritonite, così come esistono casi in cui la presenza di un effluente apparentemente limpido non esclude una diagnosi di peritonite.
Un recente lavoro di Leung [7] mostra un aumento dei livelli di NGAL nel dialisato in corso di peritonite. Inoltre, lo stesso lavoro dimostra come le cellule mesoteliali del peritoneo umano siano in grado di secernere NGAL sotto la spinta di un insulto flogistico. Sulla base di queste osservazioni possiamo ritenere che l’NGAL misurato nell’effluente peritoneale (peritoneal- NGAL) possa essere un buon marcatore di peritonite.
Lo scopo del lavoro è quello di valutare l’utilità del peritoneal- NGAL per la diagnosi di peritonite in dialisi peritoneale (DP).
Abbiamo valutato in modo prospettico tutti i nostri pazienti in DP presso il nostro centro dal gennaio 2011 per un periodo di 7 mesi. Per ogni paziente che perveniva con un quadro sospetto di peritonite abbiamo valutato un paziente in assenza di segni e/o sintomi di peritonite, scelto in modo casuale come il primo paziente che si presentava presso il nostro centro per un controllo ordinario.
Abbiamo definito come evento la presenza di 3 su 4 dei seguenti parametri:
Per ogni paziente abbiamo valutato i seguenti parametri: GB nel liquido peritoneale, peritoneal- NGAL, coltura del liquido peritoneale, PCR sierica e Procalcitonina sierica.
Le variabili continue sono state valutate come mediana e range interquartile (IQR), mentre le variabili categoriche come percentuale. Il test di Mann-Whitney U ed il test Chi-Square di Pearson sono stati utilizzati per comparare rispettivamente le variabili continue e le variabili categoriche, mentre l’analisi ROC è stata utilizzata per calcolare l’area sotto la curva (AUC) dei diversi biomarkers. Tutti i test statistici sono stati eseguiti con il programma SPSS versione 17.
Nel periodo di osservazione abbiamo avuto 30 episodi di peritonite.
Le caratteristiche di base del gruppo di controllo e del gruppo dei casi sono state riportate nella tabella 1 (Figura 2).
Esistevano differenze staticamente significative fra il gruppo con diagnosi di peritonite ed il gruppo di controllo per i seguenti parametri: PCR (p<0.001) (Figura 2), Procalcitonina (p=0.038) (Figura 3), peritoneal- NGAL (p<0.001) (Figura 5)e come atteso GB nel liquido peritoneale (p<0.001).
Inoltre, la conta dei GB nel liquido peritoneale correla in modo significativo per i valori di peritoneal- NGAL (rho di Spearman = 0.771 p <0.001) per i valori di PCR (rho di Spearman = 0.587 p<0.001) e per i valori di Procalcitonina (rho di Spearman =0.41 p=0.013).
Le AUC all’analisi ROC sono risultate pari a 1 per i GB nel liquido peritoneale (come atteso rientrando nei criteri diagnostici), a 0.993 per il peritoneal-NGAL, a 0.81 perla PCR sierica e a 0.703 per la Procalcitonina sierica (Figura 6).
Segnaliamo infine che in 4 casi(6.6%), i GB nel liquido peritoneale presentavano valori superiori a 100/mm3 in assenza si un quadro di peritonite (falsi positivi), mentre dalla nostra casistica non emergevano casi in cui GB nel liquido peritoneale fossero inferiori a 100/mm3 ed in cui si perveniva ad una diagnosi di peritonite (falsi negativi). Nei 4 casi falsi positivi , il peritoneal- NGAL presentava dei valori paragonabili al gruppo di controllo e significativamente inferiori rispetto al gruppo dei pazienti con diagnosi di peritonite.
Dai nostri dati emerge che la valutazione del peritoneal- NGAL potrebbe essere un valido ausilio nella valutazione iniziale di peritonite. Inoltre, dai primi risultati tale parametro potrebbe risultare particolarmente utile nei casi in cui la conta dei GB risulta essere leggermente aumentata in assenza di altri segni di peritonite, andando a svelare dei fasi positivi. Ovviamente questi risultati, dovranno essere riconfermati in una casistica più ampia.
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