Le complicanze cardiovascolari (CV) sono la prima causa di mortalità nei pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) [1], infatti nei primi tre anni di terapia renale sostitutiva circa il 40% della mortalità è secondario a patologie cardiovascolari[2]. Negli ultimi dieci anni fra i rischi cardiovascolari sono emerse le calcificazioni vascolari come predittori indipendenti di mortalità cardiovascolare sia nella popolazione generale [3]sia nella popolazione in trattamento dialitico [4,5].
Esistono diversi esami strumentali in grado di quantificare la presenza di calcificazioni vascolari, fra questi emergono per la loro semplicità di esecuzione e per il costo contenuto la valutazione delle calcificazione dell’aorta addominale (AAC) attraverso lo score di Kauppila [6] e la valutazione delle calcificazioni dell’arco aortico (AArcC) attraverso lo score del gruppo di Symeonidis [7].
Lo scopo del lavoro è di confrontare il rispettivo valore predittivo dei due score (AAC e AArchC) in termini di eventi CV in un popolazione di pazienti in dialisi peritoneale.
Abbiamo valutato in modo prospettico i pazienti in dialisi peritoneale presso il nostro centro fra il settembre 2008 ed il marzo 2009 che avevano accettato di eseguire in un arco temporale non superiore a 2 mesi un Rx addome ed un Rx torace. Per ogni paziente, abbiamo valutato l’estensione delle calcificazioni dell’aorta addominale tramite l’indice di Kauppila e l’estensione delle calcificazioni dell’arco aortico così come descritto nel 2002 da Symeonidis. Inoltre, abbiamo valutato i seguenti parametri: la presenza di diabete ed ipertensione, la metodica dialitica (CAPD vs APD), l’età, l’età dialitica, Body Mass Index (BMI), albuminemia, PTH.
Valutazione delle calcificazioni vascolari:
Abbiamo definito come out-come primario la presenza di uno dei seguenti eventi CV: sindrome coronarica acuta, aritmia che richiede ospedalizzazione, stroke, attacco ischemico transitorio, ischemia critica agli arti e morte cardiaca improvvisa.
Le variabili continue sono state valutate come mediana e range interquartile (IQR), mentre le variabili categoriche sono state valutate come percentuale. Le correlazioni fra ile variabili sono state valutate tramite il test di Spearman. Il modello di regressione Cox è stato utilizzato per valutare gli indici relativi alle calcificazioni vascolari (AAC vs AArcC e AAC4 vs AArcC) per presenza di eventi CV. La significatività statistica è stata valutata con test a due code e con p <0.05. Tutti i test statistici sono stati eseguiti con il programma SPSS versione 17.
Abbiamo valutato 63 pazienti, 63.5% maschi. L’età mediana era pari 63 anni (IQR 48-71), mentre il periodo mediano di osservazione era di 30,6 mesi (IQR 18.5-32.8). Le caratteristiche della popolazione studiata e la distribuzione AAC e AArcC sono riportate in Figura 2.
Durante il periodo di follow-up il 38.1% dei pazienti hanno presentato un evento CV.
Gli indici di calcificazione vascolare valutati secondo i due differenti sistemi mostrano un buon grado di correlazione con valori di rho secondo Spearman pari a 0.695 (p<0.001) (Figura 4).
All’analisi delle curve di sopravvivenza secondo Kaplan-Meier si ottenevano per AAC 4 Log Rank pari a 44.49 (p< 0.001) (Figura 5), mentre per AArcC L og Rank pari 39.23 (p<0.001) (Figura 6).
In analisi univariata gli score AAC e AArcC sono risultati predittivi di eventi cardiovascolari: l’indice di Kaupilla con HR pari a 1.18 con p <0.001 mentre AArcC score con una HR pari a 3.33 con p <0.001. In analisi multivariata, correggendo per l’età dei pazienti, la presenza di un elevato AAC score aumentava lievemente il rischio di eventi CV (HR=1.12, p=0.001) mentre la presenza di valori elevati di AArcC aumentava tale rischio di circa 2 volte (HR=2.259, p=0.03).
Categorizzando l’indice di Kaupilla in 4 gruppi omogenei in analisi univariata, osserviamo HR pari 3.7 (p<0.01). Mentre, all’analisi multivariata, correggendo per l’età dei pazienti, i due indici mostravano HR paragonabili ( AAC4 HR pari a 2.62 (p=0.01) e AArcC 2.036 (p=0.02)).
L’indice di Kauppila e lo score dell’AArcC sono entrambi predittori indipendenti di eventi cardiovascolari nei pazienti in dialisi peritoneale. L’indice di Kauppila sembra aumentare il rischio di eventi CV di solo 12% nei pazienti in dialisi peritoneale, mentre l’indice di AArcC aumenta il rischio di eventi cardiovascolari di circa il doppio. Tale differenza fra i due score sembra trovare una giustificazione nella dispersione dell’indice di Kauppila stesso più che in una reale inferiorità predittiva di quest’ultimo, infatti categorizzando l’indice di Kaupilla in 4 gruppi omogeni otteniamo livelli di rischio paragonabili con entrambi gli score.
In conclusione, entrambi gli indici di calcificazione vascolare (AAC 4 e AArcC) stratificano il rischio per eventi CV in modo paragonabile.
1. USRDS 2007 Annual Report: Atlas of End stage Renal disease in theUSA.
2. de Jager DJ, Grootendorst DC, Jager KJ, et al. Cardiovascular and noncardiovascular mortality among patients starting dialysis. JAMA 2009; 302(16):1782-9,.
3. Wilson PW, Kauppila LI, O'Donnell CJ, at al. Abdominal aortic calcific deposits are an important predictor of vascular morbidity and mortality. Circulation 200; 103(11):1529-34.
4. Verbeke F, Van Biesen W, Honkanen E, et al. Prognostic value of aortic stiffness and calcification for cardiovascular events and mortality in dialysis patients: outcome of the calcification outcome in renal disease (CORD) study. Clin J Am Soc Nephrol 2011; 6(1):153-9.
5. Iijima K, Hashimoto H, Hashimoto M, et al. Aortic arch calcification detectable on chest X-ray is a strong independent predictor of cardiovascular events beyond traditional risk factors. Atherosclerosis 2010 May;210(1):137-44.
6. Kauppila LI, Polak JF, Cupples LA, Hannan MT, Kiel DP, Wilson PW: New indices to classify location, severity and progression of calcific lesions in the abdominal aorta: a 25-year follow-up study. Atherosclerosis 1997; 132(2):245-50.
7. Symeonidis G, Papanas N, Giannakis I, et al Gravity of aortic arch calcification as evaluated in adult Greek patients Int Angiol. 2002 Sep;21(3):233-6.
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