Nei pazienti in dialisi il controllo del metabolismo minerale calcio-fosforico è di fondamentale importanza, essendo l’osteodistrofia e le calcificazioni vascolari due essenziali determinati dell’outcome clinica e della mortalità.
Il metabolismo calcio-fosforico è in larga parte condizionato dallo stile di vita e in particolare dall’aderenza alle prescrizioni dietetiche.
Nei paesi occidentali l’apporto di nutrienti con la dieta subisce variazioni rilevanti nei diversi periodi dell’anno soprattutto in seguito ad abitudini alimentari acquisite in tempi storici in cui l’approvvigionamento di particolari alimenti era per lunga parte dell’anno limitato.
Scopo di questo studio è di valutare in una coorte di pazienti prevalenti in dialisi peritoneale le variazioni stagionali dei principali parametri del metabolismo calcio-fosforico.
Una valutazione retrospettiva è stata condotta su tutti i pazienti in dialisi peritoneale nel nostro Centro dal 21 dicembre 2010 al 21 dicembre 2011, valutando i valori medi di calcemia, fosforemia e PTH nelle diverse stagioni. Sono state inoltre registrate tutte le variazioni della terapia con cinacalcet, calcitriolo o paracalcitolo, nonché dei chelanti per tutto il periodo di osservazione per ciascun paziente. Il t di Student per le grandezze numeriche e il Chi quadro per le frequenze sono stati utilizzati nell’analisi statistica.
Sono stati inclusi nello studio 43 pazienti in dialisi peritoneale (F 19, APD 72%) con un’anzianità dialitica media di 2,93+/-1,12 anni (min 9 mesi, max 10,6 anni).
Le variazioni stagionali per la calcemia sono risultate trascurabili con valori medi di 8,7+/-2,6 mg/dl nel corso dell’anno.
I valori di fosforemia hanno mostrato un trend in aumento non significativo dall’inverno (5,2+/-1,5 mg/dL) alla primavera (5,4+/-1,3 mg/dL), raggiungendo il picco in estate (5,6+/-1,4 mg/dL). Una riduzione della fosforemia è stata osservata nel periodo autunnale, tale variazione è risultata significativa confrontando i valori con quelli registrati nella stagione estiva immediatamente precedente (4,9+/-0,8 vs. 5,6+/-1,4 mg/dL, p<0,05). I valori di PTH hanno mostrato un trend in calo significativo nel periodo inverno-primavera (341,3+/-203,4 vs. 294,9 +/- 186,1 pg/mL, p<0,05) con un nadir in estate seguito da un aumento significativo in autunno (248,4 +/- 194,1 pg/mL vs. 309,7+/-226,2, p<0,01). La riduzione del PTH nel periodo estivo si è associata a un significativo aumento della percentuale di pazienti con PTH <150 pg/ml (dal 26,7 al 43,3%), mentre la percentuale di paziente con paratormone mia compresa nell’intervallo 150-300 pg/ml è andata incontro a riduzione sia pure in modo non significativo (dal 33,3 al 26,7%). Il numero di variazioni alla terapia per paziente non è risultato significativo nel corso dell’anno, ma la terapia è stata più spesso variata in inverno e primavera.
I dati del nostro studio dimostrano che, contrariamente alle attese, il picco di fosforemia è raggiunto in realtà nel periodo estivo, forse in conseguenza di un precedente aumento della posologia degli analoghi della vitamina D inclusi in terapia per far fronte all’iperparatormonemia osservata in inverno e primavera. Concorde con questa ipotesi è la riduzione dei valori di PTH registrata in estate con un aumento del numero di pazienti con PTH<150 pg/ml. Pertanto le variazioni della terapia sembrano essere prevalenti sulle variazioni dietetiche per quel che riguarda l'influenza sulla variabilità stagionale dei parametri del metabolismo minerale.
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