La patologia cardiovascolare è la prima causa di morte nei pazienti con insufficienza renale cronica terminale in trattamento dialitico, contando circa il 40% dei decessi in USA e circa il 36% nella comunità Europea.
La patologia cardiaca è spesso già presente nei pazienti che iniziano il trattamento renale sostitutivo, tuttavia ne è comune anche l’insorgenza nel periodo di trattamento stesso. Esiste infatti una forte interazione tra IRC terminale e patologia cardiovascolare, definibile come sindrome cardiorenale (Ronco C.-2010) [1] (full text). L’emodialisi (HD) risulta poco tollerata nei pazienti con insufficienza cardiaca e IRC terminale, quindi la dialisi peritoneale (PD) può essere una valida alternativa. (Breidthardt T.-2011) [2] (Montejo J.D.-2010) [3] (full text)
Abbiamo condotto uno sudio monocentrico, retrospettivo, su 15 pazienti con IRC terminale in PD (tutti uomini, età media 68.4±9.4 anni; età dialitica media 25.5±22.2 mesi. Tutti i pazienti presentavano uno scompenso cardiaco congestizio severo e sintomatico ( classe III-IV NYHA).
Al T0 la frazione di eiezione ventricolare destra media (LVEF) era inferiore al 50% (44.1±8.5). (Figura 1)
Abbiamo altresì valutato il punteggio medio calcolato in base al Charlson Co-morbidity Index (CCI) che è risultato essere di 7.9±1.3, rilevando un rischio di mortalità relativo alle comorbidità elevato e con un'aspettativa di soppravvivenza a 24 mesi approssimativamente del 35%.
È stata valutata anche la crasi ematica in rapporto alla dose si eritropoietina somministrata ai pazienti durante il follow up, valutando questo parametro come significativo per la compliance circolatoria ed in rapporto agli effetti collaterali che l'Epo può dare, riconosciuti dalle linee guida. (Palazzuoli A-2011) [4]
Dopo un follow-up medio di 25.5±22.2 mesi tutti i pazienti hanno mostrato un miglioramento emodinamico e funzionale: un significativo miglioramento della LVEF (da 44.1±8.5% to 54.4±8.2%, p<0.0001) ed una regressione della classe NYHA in tutti i pazienti. (Figura 2-3)
Abbiamo oltre tutto osservato una sopravvivenza a 24 mesi del 67%, del 32% quindi maggiore delle attese calcolate in base al puntegio relativo al C.C.I. (Figura 6)
La dose di eritropoietina atta a mantenere una valore di Hb tra 11-12 mg/dl è diminuita da 1.7±0.9 mcg/kg/mese al T0 a 1.3±1 mcg/kg/mese (p = 0.0040). (Figura 4)
La dialisi peritoneale risulta essere una valida e promettente opzione terapeutica specialmente nei pazienti che presentano contestualmente un IRC terminale e scompenso cardiaco refrattario. In prospettiva ci auguriamo che sia possibile pianificare uno studio multicentrico necessario a confermare questi dati.
[1] Ronco C, McCullough P, Anker SD et al. Cardio-renal syndromes: report from the consensus conference of the acute dialysis quality initiative. European heart journal 2010 Mar;31(6):703-11 (full text)
[2] Breidthardt T, McIntyre CW Dialysis-induced myocardial stunning: the other side of the cardiorenal syndrome. Reviews in cardiovascular medicine 2011;12(1):13-20
[3] Montejo JD, Bajo MA, del Peso G et al. [Role played by peritoneal dialysis in treating refractory heart failure]. Nefrologia : publicacion oficial de la Sociedad Espanola Nefrologia 2010;30(1):21-7 (full text)
[4] Palazzuoli A, Antonelli G, Nuti R et al. Anemia in Cardio-Renal Syndrome: clinical impact and pathophysiologic mechanisms. Heart failure reviews 2011 Nov;16(6):603-7
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