L’invecchiamento della popolazione ha determinato l’inserimento in dialisi di pz sempre più anziani con maggiori comorbidità e necessità assistenziali. Questi dati sono confermati in Italia anche dalle indagini del RIDT riportate in diapositiva 1. Nella parte sinistra della diapositiva si vede come l’incremento della popolazione in dialisi è determinato dalla fascia di anziani e questo aumento si osserva solo in HD e non in DP 2. Nella parte destra si vede come la gran parte dei pazienti immessi in dialisi sono anziani e che la probabilità di essere inseriti in DP diminuisce con l’aumentare dell’età.
Molti pazienti anziani sono autosufficienti per le attività quotidiane, ma necessitano del supporto di un partner per le procedure dialitiche, come dimostrato recentemente dai dati del censimento del GSDP del 2010 ove si rileva che il 24,1% dei pazienti in DP necessita di un partner per la dialisi (2% in più rispetto al censimento del 2008) Nell’ 80,8 % dei casi questo partner è rappresentato da un componente del nucleo familiare.
Secondo i dati dell’Audit piemontese del 2009 risulta che circa il 12% dei pazienti incidenti nel corso del 2007 non potevano effettuare la DP per carenza o indisponibilità del partner. Per contro nell’esperienza canadese Oliver MJ NDT 2010 [1] il 12,9% dei pazienti potevano iniziare la DP grazie alla presenza di un servizio di Home Care. I pazienti in DP con Home care rappresentavano il 44% del totale trattati con questa metodica. Questo dato dimostra l’importanza di supporti assistenziali per favorire l’utilizzo della DP.
Valutare se la videodialisi (VD) è un valido supporto per i pazienti (pz) in dialisi peritoneale (DP) che non sono in grado di provvedere autonomamente alla gestione delle procedure dialitiche sia al momento della scelta della DP, che nel follow up per evitare il drop out. Per le stesse ragioni la VD è stata valutata come supporto ai partner anziani di pz non autosufficienti per la DP.
Dal 2002 abbiamo utilizzato per la VD 2 diversi prototipi:
- il 1° con un sistema di videoconferenza della ditta Sony con un software per PC-conference e con l’utilizzo di linee ISDN (2x64 Kbps);
- il 2°, attualmente in uso, con un sistema di videosorveglianza cosituito da:
Ciascuna stazione è collegata al Centro di controllo localizzato presso il centro Dialisi con una connessione ADSL (1024/256 Kbps) o HDSL (1024/1024 Kbps)
Questa è la postazione della VD collocata presso il servizio di DP.
Sul monitor del pz sono visualizzate le riprese della web-cam (1) del Centro.
Le riprese effettuate dalla telecamera a domicilio del pz appaiono sul monitor del PC del Centro. La telecamera a domicilio del pz è controllata dal centro cliccando con il mouse direttamente sull’ icona del pz sul video; la comunicazione vocale tra le due postazioni è garantita da un telefono vivavoce. Il software del 2° prototipo consente inoltre di visualizzare sul monitor del centro fino a 6 pazienti contemporaneamente, spostando l’audio da un paziente all’altro con un clic del mouse; il pz può richiedere la riattivazione del collegamento audio premendo il pulsante che ha appeso al collo; sul monitor appare un segnale luminoso ed acustico (2).
Per ogni seduta di CAPD avviene il controllo di:
Per i pz in APD oltre a quello già descritto sopra:
La Videodialisi consente anche una valutazione di aspetti clinici legati alla metodica quali:
•liquido di scarico e cytur test.
Dal 2002 la VD è stata utilizzata nel nostro Centro in 14 pz con un’età media di 73,6 ± 6,5 anni. Dei 14 pz, 6 vivevano da soli, 11 autogestivano la dialisi e in 3 casi era video-guidato il partner. All’inizio la VD veniva proposta ai pz per evitare il drop out da cause sociali, infatti rappresenta la seconda scelta. Negli ultimi anni abbiamo iniziato a proporla nel predialisi per incentivare la scelta della DP associata alla CAPD incrementale, infatti si vede il passaggio al maggiore utilizzo della CAPD nei pz in VD. Il drop-out dalla VD è stato determinato da: 7 decessi, 1 trapianto, 1 passaggio temporaneo all’HD e poi rientro in DP; 5 pz sono ancora in VD.
Come appare dalle interviste effettuate ai pazienti di cui si riportano alcune frasi in questa e nella diapositiva successiva, per tutti i pazienti è una grande sicurezza essere controllati durante le procedure dialitiche.
Questa sorveglianza rassicura anche i familiari dei pazienti sul fatto che i loro congiunti possano eseguire in sicurezza le procedure dialitiche.
Per i pazienti è fondamentale continuare ad essere indipendenti e non dover pesare sulla famiglia.
[1] Oliver MJ, Garg AX, Blake PG et al. Impact of contraindications, barriers to self-care and support on incident peritoneal dialysis utilization. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2010 Aug;25(8):2737-44
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