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Dialisi peritoneale

IL RUOLO DELLA DIALISI PERITONEALE (DP) NEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO (SCC): CASO CLINICO

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Abstract

Introduzione. La prevalenza dello SCC è in crescita esponenziale. Lo SC evolve verso una mancata risposta ai diuretici ad alte dosi e verso la comparsa di insufficienza renale progressiva. In questo contesto si inserisce la proposta dell’ultrafiltrazione con DP che rappresenta una valida terapia cronica, domiciliare, semplice, poco invasiva, a basso impatto sull’emodinamica. Riportiamo il nostro caso clinico.

Materiale: Maschio di 74 aa, diabetico, severa retinopatia bilaterale, cardiopatia dilatativa post-IMA, FE<25%, classe IV-NHYA, ICD (implantable cardioverter defibrillator). Importante scompenso ascitico con necessità di frequenti paracentesi. Diuresi media 500ml/die a diuretico massimale, funzione renale in progressivo calo, VFG 18ml/min, non proteinuria, reni di morfologia e volume conservati. Nell’ultimo anno 4 ricoveri per SCC sintomatico, per un totale di 87 giorni di degenza in reparti ad alta intensità di cura. Si posiziona catetere di Tenckhoff e inizia la DP automatizzata (APD) notturna con 14 lt di volume di scambio, Tidal 70%, della durata di 8 ore, con sacche a glucosio 1,36%. Il peso corporeo all’inizio dell’APD era 70Kg, il bioimpedenziometro (BIA) mostrava 6Kg di sovraccarico. Risultati: Il trattamento è stato ottimamente tollerato; già dopo il 1° mese di APD graduale recupero della risposta diuretica, con una diuresi media di 1300ml/die che ha consentito di ridurre i trattamenti settimanali passando da 7 a 4 sedute/settimana. A 28 mesi di follow-up FE 28%, da IV a III classe NHYA, peso 64Kg, con BIA che mostra normoidratazione, aumento della massa magra, indice di miglioramento dello stato nutrizionale. Il miglior indicatore del successo terapeutico è stata l’assenza di ospedalizzazioni, nel periodo di osservazione. Conclusioni: Il caso si aggiunge alle numerose segnalazioni in letteratura che indicano la DP come valida terapia nei pz con SCC refrattario, migliorandone l’emodinamica, con un impatto positivo sulla qualità di vita e sull’ospedalizzazione. Fondamentali in futuro studi randomizzati e controllati su ampie casistiche per potere meglio definire approcci terapeutici condivisi.

M. Veronesi(1), R. Gaggi(1), A. Santoro(1)
((1)U.o. Nefrologia, Dialisi Ed Ipertensione Policlinico S.orsola Malpighi Bologna )
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