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Dialisi peritoneale

L’INTIMA MEDIA THYCKNESS NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEI PAZIENTI IN DIALISI (PD VS HD)

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Abstract

INTRODUZIONE. Negli ultimi anni è emersa una stretta associazione tra infiammazione, aterosclerosi e mortalità cardiovascolare nei pazienti uremici. La misurazione dell’Intima Media Thyckness (IMT), il cui incremento è espressione di aterosclerosi precoce, può fornire importanti dati sul rimodellamento della parete vasale già in fase predialitica e costituire un indicatore precoce per monitorare il rischio cardiovascolare e valutarne l’evoluzione. Il presente studio si è posto l’obiettivo di individuare e valutare le variabili che influenzano l’evoluzione dell’IMT attraverso il confronto dei valori medi all’inizio e dopo 24 mesi di terapia sostitutiva.

MATERIALI E METODI. È stato condotto uno studio retrospettivo su due gruppi di pazienti in terapia sostitutiva (HD vs PD) per valutare eventuali significative differenze di rischio cardiovascolare legate alla metodica dialitica, attraverso il monitoraggio dell’IMT. Sono stati valutati parametri infiammatori, nutrizionali, crasi ematica e metabolismo minerale. La popolazione scelta risultava omogenea per età anagrafica, età dialitica e caratteristiche antropometriche quali il BMI. Dallo studio sono stati esclusi pazienti diabetici, affetti da dislipidemia familiare, neoplastici, con pregressi eventi cardiovascolari. La misurazione dell’IMT è stata eseguita tramite Ecocolor-Doppler dei tronchi sovraortici.

RISULTATI-CONCLUSIONI. Entrambe le metodiche condizionano l’incremento dell’IMT influendo su parametri diversi. Nei pazienti in DP, è stata rilevata una correlazione significativa tra IMT e assetto lipidico (p<0,001) a causa del riassorbimento di glucosio dalle sacche di carico e sua successiva metabolizzazione in lipidi e dell’ipoalbuminemia derivante dalla perdita proteica nel dialisato. Nei pazienti in HD l’aumento dell’IMT è stato correlato al prodotto CaxP ed al valore di PTHi, in relazione al declino della FRR. In entrambi i gruppi è emersa una relazione significativa tra IMT e stato infiammatorio cronico, evidenziato da PCR e fibrinogeno (p<0,001), ma l’evoluzione dell’IMT non ha mostrato differenze significative tra le due popolazioni.

L’infiammazione cronica gioca un ruolo importante nello sviluppo dell’aterosclerosi nei pazienti affetti da CKD, che persiste anche dopo l’inizio della terapia sostitutiva, l’utilizzo di materiali più biocompatibili potrebbe contribuire a ridurla. Il monitoraggio routinario dell’IMT sarebbe auspicabile in tali pazienti.

G.E. Russo, M. Casarci, A.R. Rocca, A. Cichinelli, A.R. D'Angelo, E. Totaro, M. Serraiocco, M. Testorio, F. Mazza, D. Mastroluca, M. Mangiulli, B. Borzacca
((1)Dipartimento Di Scienze Ginecologico-ostetriche E Scienze Urologiche, Sapienza Università Di Roma )
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