Login




Dialisi peritoneale

LA VIDEODIALISI: IL NUOVO PARTNER VIRTUALE PER LA DIALISI PERITONEALE

poster

Introduzione

L’invecchiamento della popolazione determina l’inserimento in dialisi peritoneale (DP) di pazienti sempre più anziani, con maggiori comorbidità e necessità assistenziali. Molti pazienti sono autosufficienti nella vita quotidiana, ma necessitano per effettuare le procedure dialitiche di un partner, non sempre disponibile o spesso anziano.

Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare se la videodialisi è un valido supporto per iniziare la DP o evitarne il drop-out nei pazienti non autonomi per la dialisi.

Materiali e metodi

Il prototipo di videodialisi è stato realizzato nel nostro Centro utilizzando un sistema di videosorveglianza, un software web dedicato ed una connessione ADSL/SHDSL.

A casa del paziente ci sono un monitor ed una telecamera controllata a distanza dalla postazione del Centro, sulla quale c’è una webcam. Le riprese del paziente al domicilio appaiono sul PC del Centro, mentre sul monitor di casa compare l’immagine dell’infermiera che lo sorveglia. La comunicazione vocale tra le due postazioni avviene con telefono vivavoce. Sul monitor del Centro l’infermiera visualizza contemporaneamente i 6 pazienti e attiva la comunicazione vocale con un utente alla volta cliccando col mouse sull’icona del paziente corrispondente.

Al momento per la CAPD vengono effettuati un massimo di 4 collegamenti uno per ciascuno scambio in cui l’infermiera controlla la preparazione del materiale e teleguida in multiutenza i pazienti.

Per l’APD viene effettuato un collegamento alla sera per il montaggio della macchina e per l’attacco ed uno al mattino per lo stacco.

Nel periodo dal 04/06/2012 al 14/09/2012 nei 6 pazienti in videodialisi, in modo prospettico sono stati monitorati:

  1. il tempo complessivo impiegato dall’infermiera per ciascuno scambio per sorvegliare in multiutenza i pazienti;
  2. gli errori commessi sia nella preparazione del materiale, che era svolta in modo autonomo e poi controllata in videosorveglianza, sia nella esecuzione teleguidata delle procedure dialitiche.

Durante il collegamento, inoltre, l’infermiera rileva il peso, la pressione, gli edemi declivi, il Cytur test, l’ orifizio del catetere e la glicemia nei diabetici.

Risultati

Abbiamo utilizzato la videodialisi in 15 pazienti (età media 74,1±6,5 anni), di cui 10 erano già in DP non più in grado di proseguirla da soli o con il partner. Tre pazienti hanno iniziatola DP in videodialisi con la CAPD, due con l’APD, poi passati entrambi alla CAPD.

Dei 15 pazienti 6 vivevano da soli e 12 facevanola DP da soli; in 3 casi la videodialisi supportava la moglie nell’esecuzione degli scambi.

Durante tutto il follow-up di 283,3 mesi abbiamo riscontrato 4 episodi di peritonite (1/ 70,8 mesi pz).Il drop-out dalla DP si è verificato in sette casi, di cui sei deceduti ed uno trapiantato; in due casi la video dialisi è stata sospesa: uno per ricovero in RSA ed uno per cambio di residenza con impossibilità alla linea ADSL. In nessun caso il drop-out dalla videodialisi è stato determinato da incapacità del paziente o del partner ad effettuare il trattamento in videosorveglianza.

Gli errori commessi rilevati nella preparazione del materiale sono stati 9, quelli osservati nell’esecuzione delle procedure dialitiche erano 13. Tra questi ultimi,10 (2 errori ogni mese paziente) erano particolarmente gravi e potenzialmente causa di peritonite.

Nello stesso periodo è stato rilevato che il tempo medio per la gestione dello scambio in multiutenza era di 43,5 ±5,5 min a prescindere che fossero collegati dai 3 ai 6 pazienti in contemporaneo.

Dal punto di vista clinico, la videodialisi ha consentito di:

  • adattare la concentrazione degli scambi della DP in base allo stato di idratazione del paziente,
  • modificare la terapia antipertensiva sulla base della pressione arteriosa,
  • modulare la posologia dell’insulina in base alle variazioni glicemiche,
  • diagnosticare un caso di infezione dell’orifizio del catetere,
  • intervenire in tempo reale in 2 casi di lipotimia.

Conclusioni

  • In base alla nostra esperienza ci sembra chela videodialisi possa essere un’ottima e promettente possibilità per continuare o iniziare la DP, quando non è possibile l’autogestione della tecnica da parte del paziente o del nucleo familiare.
  • Con la videodialisi è possibile prevenire e correggere errori della tecnica potenzialmente cause di peritonite ed ospedalizzazione,
  • È inoltre possibile valutare e risolvere tempestivamente gli eventuali problemi clinici.
release  1
pubblicata il  25 settembre 2012 
da S. BARBIERI¹, G. VIGLINO¹, L. NERI¹, P. BERTINETTO¹, A. BRUNO², F.VIGLINO², R. BURDISSO³
(¹SOC Nefrologia, Dialisi e Nutrizione Clinica Ospedale San Lazzaro Alba ITALY; ²SOC Sistemi Informativi Ospedale San Lazzaro Alba ITALY; ³Società Abi.Sys ITALY )
Parole chiave: autogestione, dialisi peritoneale, drop-out, videodialisi
Non sono presenti commenti
Figure

Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.

Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.

Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Claudia Ingrassia, Tesi S.p.A.
0172 476301 — claudia.ingrassia@gruppotesi.com