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Trapianto

ANALISI RETROSPETTIVA MONOCENTRICA DELL’INCIDENZA DI CONTAMINAZIONE DEL LIQUIDO DI CONSERVAZIONE ORGANI E DEL RISCHIO INFETTIVO ASSOCIATO

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Abstract

INTRODUZIONE. Le infezioni sono una delle maggiori cause di mortalità nel paziente trapiantato. Il liquido di conservazione organi (LCO) utilizzato per perfondere e preservare il rene sino al trapianto rappresenta un potenziale terreno di coltura per i microrganismi e conseguentemente un veicolo di trasmissione di infezioni nel ricevente. Scopo dello studio è stato di valutare l’incidenza e la rilevanza clinica della contaminazione del LCO presso il nostro centro.

MATERIALI E METODI. Sono stati analizzati retrospettivamente i dati microbiologici di 84 LCO ed i dati clinici dei rispettivi riceventi di trapianto renale nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2011.

RISULTATI. 15 su 84 (17,8%) LCO sono risultati contaminati. I microrganismi isolati sono stati: 40% stafilococchi (2 stafilococchi coagulasi negativi), 20% E. Coli (1 E. Coli meticillino-resistente), 13,3% P. aeruginosa, 13,3% Corynebacterium spp, 6,6% Torulopsis glabrata. In 8 pazienti su 15 è stata modificata la terapia antibiotica in accordo con l’antibiogramma (durata media terapia antibiotica 11,2 gg). Il ricevente dell’organo con LCO positivo per Torulopsis glabrata è stato trattato per 2 settimane con caspofungin in accordo con l’antimicogramma. I restanti 6 hanno mantenuto invariata la terapia antibiotica di profilassi (amoxicillina-clavulanato). 2 pazienti su 15 hanno sviluppato un quadro infettivo con urinocoltura positiva per lo stesso batterio isolato nel LCO (1 E. Coli sensibile alla terapia antibiotica di profilassi; 1 stafilococco coagulasi negativo con necessità di cambiamento della terapia antibiotica).

CONCLUSIONI. Nella nostra casistica solo 2 su 84 pazienti hanno riportato un’infezione correlata alla presenza di microrganismi nel LCO. Tuttavia, in considerazione dell’elevata incidenza di contaminazione del LCO (17,8%) e della possibilità di modificare la terapia di profilassi sulla base dell’antibiogramma suggeriamo di eseguire di routine la coltura del LCO. La coltura del LCO inoltre permette di identificare la presenza di funghi, possibile causa di trasmissione di infezioni anche gravi (i.e. arteriti, deiscenze dell’anastomosi vascolare) prima della comparsa della sintomatologia infettiva consentendo di impostare immediatamente l’idonea terapia.

A. Ranghino(1), A.D. Quercia(1), D. Diena(1), F. Simonato(1), A. Mella(1), L. Biancone(1), G. Tognarelli(2), G.P. Segoloni(1)
((1)Dip. Medicina Interna - Università Di Torino E Scdu Nefrologia, Dialisi E Trapianto - Osp. Molinette Torino , (2)Scdu Nefrologia, Dialisi E Trapianto - Osp. Molinette Torino )
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