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Trapianto

UNA NUOVA MUTAZIONE DEL GENE PER IL FATTORE I DEL COMPLEMENTO NON ASSOCIATA A RECIDIVA DI SINDROME EMOLITICO-UREMICA ATIPICA DOPO TRAPIANTO RENALE

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Abstract

INTRODUZIONE. La recidiva di sindrome emolitico-uremica atipica (aHUS) dopo trapianto renale (Tx) ha un’incidenza elevata (60%) con perdita del graft nel 90% dei casi. La aHUS è causata da mutazioni di geni codificanti per i fattori del complemento (fattore H (CFH), fattore I (CFI), proteina cofattore di membrana (MCP)). Riportiamo qui di seguito il caso di un paziente sottoposto a trapianto renale per IRC secondaria a aHUS con una mutazione del CFI non ancora descritta in letteratura che non si è associata a recidiva.

CASO. Diagnosi di aHUS a 48 anni con necessità dialitica. Durante lo screening pre-Tx riscontro di una mutazione in eterozigosi nell’esone VI del gene codificante per CFI, che determina la sostituzione di una citosina con una guanina in posizione 148 (148C>G). Tx nel dicembre 2011 con immediata ripresa funzionale senza segni clinici di aHUS. Alle dimissioni creatinina (sCr): 1,4 mg/dl. Terapia immunosoppressiva (ID) di induzione con basiliximab, acido micofenolico (MMF) e steroidi. ID mantenimento con tacrolimus-MMF-steroide. A 6 mesi dal trapianto sCr 1,4 mg/dl, non segni clinici di aHUS.

CONCLUSIONI. Mutazioni di geni per i fattori del complemento possono determinare una recidiva di aHUS dopo trapianto. Le mutazioni di geni per CFI e MCP sono meno frequenti di quelle per CFH nell’incidenza di recidiva di aHUS, tuttavia la prognosi rimane severa (60% di ESRD). Nel nostro paziente è stata riscontrata una mutazione di CFI mai descritta prima e non ancora caratterizzata. Il trapianto è stato eseguito dopo aver informato il paziente sul possibile rischio di aHUS. Nell’immediato post-Tx sono stati monitorati i markers di aHUS per poter trattare precocemente una recidiva non verificatasi. Funzione renale a 6 mesi ottimale. In conclusione, il nostro caso suggerisce che la mutazione in eterozigosi nell’esone VI (148C>G) del gene per CFI non si è associata a recidiva di aHUS nel post-trapianto aggiungendo un nuovo pezzo nell’intricato puzzle delle mutazioni dei geni per il complemento.

A. Ranghino(1), G. Tognarelli(2), E. Basso(1), G. Daidola(1), M. Messina(2), M. Priora(1), G.P. Segoloni(1)
((1)Dip. Medicina Interna - Università Di Torino E Scdu Nefrologia, Dialisi E Trapianto - Osp. Molinette Torino , (2)Scdu Nefrologia, Dialisi E Trapianto - Osp. Molinette Torino )
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