Login




Trapianto

PREVENZIONE DEL RISCHIO NEFRO-VASCOLARE NEL TRAPIANTO CARDIACO GRAZIE ALLA OTTIMIZZAZIONE DELL'IMMUNOSOPPRESSIONE: FOLLOW UP TRIENNALE

Abstract

Introduzione., Materiali e Metodi

Da sempre nei trapianti d’organo ci si trova a dover bilanciare il beneficio di un nuovo organo trapiantato normofunzionante con la necessità di immunosoppressione per controllare il rigetto del medesimo, dovendo purtroppo considerare gli effetti collaterali di tale terapia.

Abbiamo pertanto valutato la funzione renale a 3 anni di distanza dal trapianto cardiaco e trattati con inibitori della calcineurina. Per cercare di ridurre i dosaggi di questi farmaci nefrotossici abbiamo introdotto farmaci antiproliferativi quali acido micofenolico, everolimus e azatioprina, che hanno permesso di raggiungere un’immunosoppressione adeguata riducendo la nefrotossicità. Inoltre abbiamo valutato, nello stesso periodo di tempo, l’insorgenza di diabete e la possibilità di utilizzare meno farmaci per il controllo dell’ipertensione post associazione. Si riporta l’esperienza del centro trapianti di cuore patavino grazie ad un ambulatorio nefrologico dedicato.

Risultati e Conclusioni. • L’IR si presenta nel 51% pz trattati con inibitori della calcineurina (FIG 1)

• L’associazione con immunosoppressori che non agiscono sulla calcineurina permette di rallentare l’IR

• Gli immunosoppressori più utilizzati in associazione sono Everolimus e Micofenolato (33%-47%) (FIG 1)

• L’Hb ha dimostrato un decremento sia dopo il trapianto che dopo l’associazione

• Il 6% dei pz presentava diabete pre trapianto, il 19% dei pz ha presentato diabete post trapianto, nessuna variazione glicemica post associazione.

• La pressione sisto/diastolica media pre operatoria nei nostri pz si è riscontrata di 85/40 mmHg, la pressione media sisto/diastolica dopo il trapianto si è riscontrata di 130/84 mmHg con 2-3 farmaci antipertensivi, post associazione 134/86 mmHg con 1-2 farmaci antipertensivi. Gli antiipertensivi più utilizati sono stati: Amlodipina, Ramipril, Doxazosina.

• L’associazione ha permesso di abbassare il dosaggio plasmatico di C0-C2 rispettivamente su dei valori medi 150-450 ug/L, pur mantenendo una buona immunosoppressione e ritardando la progressione dell’ IR (Creatininemia 142 umol/L) con una p< 0.01

• Il cuore è un organo che ha una immunotolleranza più bassa rispetto a rene e fegato, maggiore rispetto al polmone

F. Marchini(1), A. Bortolami(2), G. Toscano(2), A. Gambino(2), C. Guglielmi(2), G. Gerosa(2), A. Naso(1)
((1)Ospedale Di Padova, Nefrologia PD ITALY, (2)Università di Padova, Cardiochirurgia PD ITALY)
Non sono presenti commenti
Figure
Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Claudia Ingrassia, Tesi S.p.A.
0172 476301 — claudia.ingrassia@gruppotesi.com