INTRODUZIONE. Il trapianto renale determina profonde modifiche della sfera psichica.

Il paziente deve rielaborare una nuova dimensione del Sé corporeo. Nel corso del trattamento dialitico il paziente affida completamente al Nefrologo l’iter terapeutico; con il trapianto diventa invece protagonista assoluto della terapia. Il counseling psicologico può rappresentare un’ approccio integrato ed innovativo nel follow-up post-trapianto per ottimizzare la qualità di vita e la compliance terapeutica, nonché di elicitare condizioni psichiche patologiche inconsce.

MATERIALI E METODI. Sono stati arruolati 80 pazienti in follow-up periodico post-trapianto (Età media 54±8 aa, Età media tx 3.5±1.6 aa, Sesso: M/F 3:1, GFR 55±20) in condizioni cliniche stabili. Sono stati sottoposti a counseling psicologico ed alla somministrazione di questionari per valutare la qualità di vita relativa alla salute (SF36), la compliance terapeutica (ITAS), lo status psico–sessuologico (colloqui clinici e somministrazione di tests proiettivi, MMPI2 e SESAMO)

RISULTATI e CONCLUSIONI. Dall’analisi del colloquio clinico, dei questionari e dei tests proiettivi si evince che nei pazienti trapiantati persistono importanti problematiche emotive, legate all’esperienza pregressa della malattia. L’attenzione alla dimensione psichica e la narrazione del proprio vissuto favoriscono la rimozione della depressione legata alla malattia, rafforzano la sicurezza nelle relazioni sociali ed affettive e determinano compliance alla terapia. La nostra esperienza dimostra, infatti, come il counseling psicologico possa essere un utile strumento di valutazione e di supporto.