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Emodialisi

PREPARAZIONE DEL CATETERE VENOSO CENTRALE (CVC) PER LA SEDUTA DIALITICA: UN NUOVO SISTEMA PER MIGLIORARE UNA PROCEDURA CRITICA

Questo Abstract è stato accettato come Poster.

Abstract

Introduzione. Il malfunzionamento del CVC è un evento frequente che compromette spesso la possibilità di mantenere flussi ematici ottimali impedendo la somministrazione di una dose dialitica corretta. La preparazione del CVC, il numero di connessioni eseguite tramite siringhe e la valutazione del suo funzionamento all’inizio della seduta dialitica sono punti critici, non standardizzati nella metodica e in genere sottovalutati.

Nell’ottica di standardizzare la procedura di preparazione del CVC, abbiamo confrontato il protocollo in uso presso il nostro Centro per la preparazione e la verifica del funzionamento dei CVC con un nuovo dispositivo (Hemocatch®) recentemente presentato come presidio per la preparazione del CVC.

End point primario era il numero di connessioni e disconnessioni del CVC con ciascuna procedura; end point secondario era la quantita’ di sangue prelevata al paziente nel corso delle manovre.

Materiali e metodi. Sono stati studiati 12 pazienti portatori di CVC giugulare bilume sia permanente che temporaneo per due mesi. Ciascun paziente veniva sottoposto per una settimana alla preparazione del catetere con procedura convenzionale (C) e la settimana successiva alla preparazione con procedura Haemocatch (H).

Risultati. Su 150 sedute dialitiche studiate (75 C e 75 H). Il numero di connessioni dirette sul catetere è risultato inferiore con il sistema Haemocatch (2.19 ± 0.59 per H vs 4.23 ± 0.78 per C; p< 0.05) così come è risultato minore il volume di sangue estratto durante le manovre di preparazione del CVC (5.97 ± 2.77 ml per H vs 14.57 ± 6.3 ml per C; P< 0.05).

Conclusioni. L’utilizzo di un dispositivo ad hoc per la preparazione del CVC per emodialisi consente la standardizzazione di una procedura altrimenti eseguita in modi diversi, inoltre sembra migliorare la qualità della manovra stessa riducendo sia il consumo di sangue che il numero di connessioni necessarie per la preparazione del catetere con riduzione del rischio infettivo. L’inserimento di questo nuovo device nella routine della pratica clinica potrebbe migliorare la qualità dell’assistenza al paziente emodializzato portatore di catetere.

E. Mambelli(1), C. Elia(1), L. Patregnani(1), A. Boneschi(1), M. Grazia(1), M. Facchini(1), A. Santoro(1)
((1)U.o.c. Nefrologia, Dialisi E Ipertensione - Policlinico S.orsola-malpighi Bologna )
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Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Claudia Ingrassia, Tesi S.p.A.
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