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Emodialisi

ARITMIE VENTRICOLARI E MORTALITA’ IN PAZIENTI EMODIALIZZATI

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Abstract

Introduzione. Nel post-infarto la media oraria di impulsi prematuri ventricolari (IPV/h) è un fattore predittivo di mortalità. Nonostante la prevalenza di aritmie cardiache nei pazienti in emodialisi (ED) sia elevata, mancano dati relativi al loro ruolo nel predire il rischio di morte. Obiettivo dello studio è stato valutare il significato prognostico delle aritmie ventricolari in una popolazione di pazienti emodializzati.

Metodi. In 156 pazienti in ED (età media 68±13 anni, età dialitica 77±99 mesi, 53 donne) è stato eseguito un ECG-Holter delle 24 ore, includente una seduta emodialitica. In tutti i pazienti è stato calcolato il numero di IPV/h durante la seduta di ED , nelle 4 ore successive (post-ED) e nelle 16 ore rimanenti (Basale). Dopo un periodo di follow up medio di 29±23 mesi, tramite modello di Cox aggiustato per età anagrafica, dialitica e principali comorbidità, è stato valutato l’impatto delle aritmie ventricolari dei tre periodi sulla mortalità totale.

Risultati. La media di IPV/h era maggiore durante l’ED (52±165) e il periodo post-ED (49±174) rispetto al Basale (34±115, p=0.013 e p=0.041, rispettivamente). Al termine del follow up le morti sono state 59 (37.8 %). Il numero di IPV/h nel gruppo dei pazienti deceduti era lievemente maggiore rispetto ai vivi: Basale 21±62 vs 57±169, p=0.06, ED 33±102 vs 83±231, p=0.06, post-ED 32±114 vs 78±241, p=0.10. Il modello di Cox, aggiustato per età anagrafica e dialitica, presenza di diabete mellito, cardiopatica ischemica, ipertensione arteriosa e scompenso cardiaco ha mostrato un valore predittivo indipendente della media degli IPV/h del Basale e dell’ED sulla mortalità totale (p=0.009 e p=0.013, rispettivamente). La presenza di scompenso cardiaco era un fattore indipendente di mortalità (p=0.0001).

Conclusioni. La frequenza di aritmie ventricolari intra ed extradialitiche sembra avere un valore prognostico sulla mortalità totale in una popolazione di pazienti emodializzati. Data l’estrema variabilità del fenomeno nel campione in esame, ulteriori studi sono necessari per capire il reale significato clinico delle aritmie ventricolari nei pazienti emodializzati.

S. Genovesi(1), M. Luise(1), H. Riva(1), L. De Leo(1), E. Rossi(1), P. Fabbrini(2), M. Viganò(2), A. Stella(1)
((1)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo E Università Di Milano-bicocca , (2)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo E Università Di Milano-bicocca , (3)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo E Università Di Milano-bicocca , (4)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo E Università Di Milano-bicocca , (5)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo E Università Di Milano-bicocca , (6)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo Monza , (7)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo Monza , (8)Clinica Nefrologica Ao S Gerardo E Università Di Milano-bicocca )
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