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Emodialisi

CRITICITA' CORRELATE AI CVC TUNNELLIZZATI: ESPERIENZA DI UN CENTRO

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Abstract

INTRODUZIONE. Il confezionamento di una fistola artero venosa rappresenta la prima scelta per i pazienti con un programma di emodialisi, spesso tale opzione non può essere messa in atto a causa della scarsità del patrimonio vascolare e delle comorbidità dei pazienti con uremia terminale. Negli ultimi anni siè registrato un crescente aumento del numero di CVCt quale accesso vascolare permanente, ciò ha determinato un aumento delle infezioni ad essi correlati.

MATERIALI E METODI. Abbiamo analizzato in modo retrospettivo i dati riferiti ai pazienti portatori di CVCt nell'anno 2011.Nel corso dell'anno oggetto dell'osservazione il numero totale dei pazienti portatori di CVCt è stato di 23, per un totale di 5213/gg catetere. Le procedure di attacco stacco hanno rispettato un protocollo standardizzato presso il nostro centro ad un operatore con tecnica no-touch. È stata creata una scheda di sorveglianza per la raccolta sistematica dei dati.

RISULTATI. I dati relativi al periodo dell'osservazione hanno rilevato l'insorgenza di 11 batteriemie CVC correlate verificatesi su 6 pazienti per un totale di 2,1/1000gg catetere. Tra i 6 pazienti che hanno sviluppato l'evento infettivo 3 erano diabetici ed uno era portatore di CVCt in v femorale. Gli agenti patogeni sono stati 4 gram pos e 7 gram neg.Tutti i pazienti sono stati trattati con terapia antibiotica mirata (sistemica più lock terapy) in due casi è stato necessario sostituire il CVC. Alla luce dei dati raccolti si è reso necessario ridiscutere il protocollo fino ad allora adottato. È stato infatti proposto la presenza di due operatori per la procedura di attacco e stacco ed stato sostituito il disinfettante in uso, iodiopovidone con amukina 0,1%.

CONCLUSIONI. Le batteriemie CVC correlate costituiscono un problema aperto che ci ha indotto a riflettere su quali siano le strategie migliori per contenerlo, identificate nei punti di seguito elencati: 1 adozione di protocolli condivisi (regionali/nazionali); 2 formazione del personale; 3 verifica di adesione protocolli (audit, figure infermieristiche tutoriali); 4 selezione dei pazienti a rischio a cui riservare produre personalizzate (taurolidina).

M. Borzumati(1), P. Vio(1), L. Funaro(1), S. Gioira(1), P. Gunella(1), A. Mancini(1)
((1)Soc Nefrologia E Dialisi Verbania )
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