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Genetica e omiche / Modelli sperimentali / Trasduzione del segnale

EFFETTO DI ERITROPOIETINA SUL DANNO DA ISCHEMIA-RIPERFUSIONE (I/R) A BREVE TERMINE NEL RATTO

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Introduzione

Stress ossidativo, apoptosi, necrosi, infiammazione e risposta immunitaria partecipano alla patogenesi del danno da I/R. È stato suggerito che cellule progenitrici di derivazione midollare (BMC) potrebbero partecipare alla riparazione tissutale. Il nostro scopo è stato quello di valutare l’efficacia di eritropoietina (EPO) nel richiamare BMC nel sito di lesione e migliorare il danno a 48 ore, in un modello animale di I/R renale.

Metodi

Ratti Sprague-Dawley femmine sono stati irradiati con una singola dose letale di 137Cs (10 Cy) e trapiantati con 107 cellule midollari da donatori maschi dello stesso ceppo. Dopo 4 settimane, gli animali sono stati anestetizzati e, tramite un’incisione subcostale bilaterale, le arterie renali sono state clampate per 45 minuti. La riperfusione dell’organo è stata confermata visivamente. 8 ratti hanno ricevuto EPO (5000UI/Kg peso corporeo) e 8 un egual volume di soluzione fisiologica, per via intraperitoneale, 30 minuti prima dell’I/R. Gli animali sono stati sacrificati dopo 48 ore.

Risultati

La cretininemia non è risultata differente tra il gruppo EPO e i controlli a 48 ore dall’I/R (3.2±0.8 vs. 2.4±0.8 mg/dl), così come clearance della creatinina (0.44±0.20 vs. 0.45±0.16 ml/min), proteinuria (0.59±0.25 vs. 0.45±0.18 g/24h) e emoglobinemia (9.39±0.67 vs. 11.63±0.34 g/dl) e diuresi (24.75±7.90 vs. 16.00±3.29 ml/24h) Figura 1. Tuttavia, i ratti del gruppo EPO hanno mostrato meno cellule renali apoptotiche, come dimostrato tramite TUNEL (7.27±1.73 vs. 19.61±4.56 % p<0.05) Figura 2. La metodica FISH non ha mostrato differenze tra il numero di cellule Y+ nel tubulo-interstizio tra il gruppo trattato con EPO e i controlli. Le cellule Y+ sono state osservate nell’interstizio, suggerendone un’origine infiammatoria Figura 3. Istologicamente abbiamo osservato foci di necrosi tubulare ed un modesto infiltrato infiammatorio e marginazione leucocitaria lungo i capillari peritubulari in entrambi i gruppi Figura 4.

Conclusioni

EPO non sembra migliorare la funzione renale attraverso il richiamo di BMC, confermando il risultato di un nostro studio precedente che aveva prolungato l’osservazione a 4 settimane dal danno. Il minor numero di cellule tubulari apoptotiche nel gruppo EPO, suggerisce che EPO possa agire attenuando lo stress ossidativo indotto dall’I/R. Il breve periodo di osservazione potrebbe aver mascherato una più rapida ripresa della funzionalità renale nel gruppo EPO, come suggerito dalla loro miglior diuresi.

release  1
pubblicata il  25 settembre 2012 
da Esposito C¹, Torreggiani M¹, Castoldi F², Migotto C², Serpieri N², Grosjean F¹, Manini A², Pertile E², Dal Canton A²
(¹S.C. di Nefrologia e Emodialisi, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Università di Pavia, Pavia; ²S.C. di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Università di Pavia, Pavia)
Parole chiave: erythropoietin, insufficienza renale acuta, modelli sperimentali, nefropatia ischemica, renal stem cells
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