INTRODUZIONE.l’incidenza di AKI-D è aumentata negli ultimi anni e le sue conseguenze sono un’elevata mortalità, la progressione verso l’ESRD ed ingenti costi economico/sociali. In questo studio è stata valutata la variazione dell’incidenza e delle caratteristiche dell’AKI-D in 5 anni in un ospedale regionale

METODI. Studio di coorte prospettico dal 2007 al 2011 su 520 pazienti che hanno sviluppato AKI-D secondo i criteri AKIN.

RISULTATI. L’incidenza di AKI-D è aumentata da 217,65 pmp nel 2007 a 441,20 pmp nel 2011. L’incremento assoluto nei 5 anni è stato del 103%. Il sesso e la prevalenza di diabete non sono variati. La presenza di cardiopatia ischemica è aumentata dal 34% al 66%. La IRC era presente nel 52,7%. I pazienti in ICU sono aumentati dal 20% al 26%, quelli in altri reparti dal 41% al 52% e quelli in Nefrologia sono diminuiti dal 38 al 25%. Lo stadio AKIN prima dell’ RRT era 3 nell’81.9%, 2 nel 13,7%, e 1 nel 4,4%. La principale causa di AKI è stata prerenale (59,8%), una causa tossica è stata rilevata nel 14,3 % e le GN/vasculiti nel 3,3%. Le cause di AKI non sono variate durante il periodo osservato. La mortalità intraospedaliera (47,5%) non è cambiata nel tempo. I sopravvissuti liberi da RRT sono stati il 48,8% quelli dipendenti da RRT alla dimissione l' 11,7%. La mortalità aggiustata, escludendo i pazienti ICU, è stata più alta nei ricoverati in altri reparti rispetto a quelli in nefrologia (HR= 2,27). Incrociando i dati con il registro regionale dialisi e trapianto del 2007 –2009, si è osservato un aumento dei pazienti in dialisi cronica dopo AKI-D da 11% nel 2007 a 18% nel 2009 (aumento del 64%). I pazienti post-AKI-D erano il 21 % dei dializzati nel 2007, il 25% nel 2009.

CONCLUSIONI. l’AKI-D e le sue conseguenze sono in aumento. Il nostro studio evidenzia che l’AKI-D gestita in toto dal nefrologo ha un esito migliore.