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Insufficienza renale acuta

OUABAINA ENDOGENA COME MARCATORE PRE-OPERATORIO DI INSUFFICIENZA RENALE ACUTA NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTO CARDIOCHIRURGICO

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INTRODUZIONE

L’insufficienza renale acuta (IRA) è attualmente una delle maggiori problematiche di salute pubblica per la grande morbidità e mortalità ad essa associate (Brady HR - 1995) [1] e rappresenta una delle maggiori complicanze nei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico (CCH) (Schaefer JH - 1991) [2]. Lo sviluppo di IRA predispone ad un allungamento dei tempi di ospedalizzazione, richiede trattamenti aggiuntivi (anche invasivi), e porta ad un importante aumento dei costi collegati alle cure dei pazienti. A tutt’oggi non esistono modelli clinici né marcatori bioumorali efficaci nel predire lo sviluppo di IRA post CCH.

L’ouabaina endogena (EO) è un ormone steroideo dello stress, prodotto e secreto dalle ghiandole surrenali e dall’ipotalamo con effetti sull’emodinamica renale (Bagrov AY - 2009) [3] (full text). Elevati livelli circolari di EO sono stati descritti in circa il 40-50% dei pazienti ipertesi ove sono associati ad un progressivo deterioramento della funzione renale in tali soggetti (Manunta P - 2011) [4]. Studi preliminari, hanno messo in luce come un rapido e precoce aumento dei livelli plasmatici di EO sia fortemente associato con una acuta riduzione della velocità di filtrazione glomerulare.

OBIETTIVO

Verificare se i livelli pre-operatori di EO siano un efficace marcatore per lo sviluppo di IRA e sviluppare un nuovo modello preditivo di IRA post chirugica che comprenda sia l'aspetto clinico che l'apetto bioumorale.

METODI

Abbiamo arruolato 407 pz sottoposti ad intervento elettivo cardiochirurgico. L’outcame primario è stato lo sviluppo di IRA, secondo i criteri AKIN (stadio II o III). Abbiamo verificato i risultati ottenuti in una seconda coorte di validazione (229 pz).

RISULTATI

Nella prima coorte i pz con valori basali elevati di EO presentano un maggiore sviluppo di IRA (2,8%; 8,3%; 20,3%; p-value <0,0001 in base al tertili di EO), un maggiore necessità di RRT (p < 0,0001), un allungamento dei tempi di degenza in ambiente intensivo (p <0,01) ed un maggiore mortalità ospedalienra entro 30 giorni (Fig. 2). Nell’analisi di regressione logistica i livelli pre-operatori di EO sono risultati essere il più forte fattore predittivo per lo sviluppo di IRA (β = 2,399; p < 0,001) (Tab. 1). Infatti i pz nel tertile più elevato di EO hanno una probabilità di circa 11 volte superiore (2,62-45,06 95% IC) di sviluppare IRA. L’inclusione dei valori basali di EO ad un modello di rischio clinico di IRA (comprendente età, sesso, tipo di intervento, FE, GFR basale, ipertensione arteriosa e re-intervento) consente si aumentare significativamente la predittività del modello stesso (AUC 0.846; CI 0.787-0,905). Tali risultati sono stati confermati anche nella coorte di validazione (incenza di IRA in accordo con livelli preoperatori di EO: 0%, 6,8%, 27,4%; p-value < 0,0001) (Fig. 3). Nell'analisi cumulativa della popolazione l'aggiunta dei livelli di EO al modello di predizione clinica migliora significativamente la capicità predittiva del modello stesso (AUC modello clinico 0,79; AUC modello EO 0,85; Δ AUC 0,065; p <0,01) (Fig. 4). 

CONCLUSIONI

I livelli pre-operatori di EO sono un potente marcatore per lo sviluppo di IRA nelle prime 24-48 ore del post-operatorio. L’EO-score può quindi essere facilmente introdotto nella pratica clinica per la valutazione del rischio di sviluppo di IRA prima che il pz entri in sala operatoria.

release  1
pubblicata il  27 settembre 2012 
da Dott. M. SIMONINI, Dott.ssa E. BIGNAMI, Dott.ssa C. LANZANI, Dott.ssa E. FRATI, Dott.ssa N. CASAMASSIMA, Dott.ssa E. MESSAGGIO, Prof. P. MANUNTA
(IRCCS Ospedale San Raffaele, Università Vita Salute San Raffaele, Milano)
Parole chiave: insufficienza renale acuta, outcome cardiovascolare, sopravvivenza
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