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Miscellanea

AF.TER.DIA : OLTRE LA DIALISI. DIALISI ASSOCIATA AD AFERESI TERAPEUTICA SEMISELETTIVA

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Abstract

Prefazione/introduzione. Esiste un numero rilevante di pazienti che, in determinate circostanze, necessita sia di trattamento dialitico che aferetico. Ciò può verificarsi nelle microangiopatie trombotiche, nella sindrome di Goodpasture, nella glomerulonefrite rapidamente progressiva pAnca e/o cAnca positiva, così come nella vasculite crioglobulinemica e nel mieloma multiplo, soprattutto in pazienti intolleranti o non responder ai farmaci. In letteratura sono descritti pochi casi di trattamenti contemporanei di emodialisi e plasmaexchange (PEX) definiti tandem plasmapheresis and haemodialisys. Nella nostra esperienza abbiamo invece associato alla dialisi la filtrazione a cascata (FC). La FC è una tecnica di aferesi terapeutica semiselettiva che ha fra le sue peculiarità quella di non richiedere, a differenza del PEX, liquidi di sostituzione (plasma o soluzione albuminata) ed è pertanto, a parità di costi, priva di rischio allergologico e infettivologico. Abbiamo definito AF.ter.DIA la contemporaneità terapeutica di questi due trattamenti.

Materiali e metodi. È stato impiegato il modulo Diapact Crrt per la FC e il monitor Dialog+ per la dialisi bicarbonato. Il sangue prelevato dalla pompa sangue del Diapact Crrt, ad un flusso di 250 ml/min, arriva al plasmafiltro: la pompa plasma estrae dal plasmafiltro circa 20 ml/min di plasma che invia al filtro a cascata, selezionato in base alle macromolecole patogene che si vogliono rimuovere. Il plasma depurato rientra, previo riscaldamento, nella linea venosa a ricostituire il sangue intero. Questo entra come sangue arterioso al filtro dialisi della Dialog+ ed esce come sangue venoso dializzato che rientra al paziente. Ad ogni procedura di AF.ter.Dia abbiamo valutato l’efficienza dialitica (Kt/V) ed aferetica (% di rimozione della noxa patogena).

Risultati e conclusioni. L’efficienza ottenuta da una serie di AF. ter. DIA è sovrapponibile a quella che si ottiene dalle singole procedure eseguite separatamente e non sono stati registrati eventi avversi. Indubbi vantaggi sono determinati dalla possibilità di ridurre il numero di accessi in ospedale, dalla riduzione dei tempi di trattamento e del numero di procedure extracorporee, dalla ottimizzazione delle risorse umane e, soprattutto, dalla migliore qualità di vita per il paziente. Tale tecnica rappresenta una innovativa e concreta proposta di interdisciplinarietà che bene interpreta il modello di sanità per intensità di cure.

G. D'Alessadri(1), G. Maffucci(1), A. Capitanini(1)
((1)Asl 3 - Ospedale Del Ceppo Pistoia )
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