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Miscellanea

QUANTIFICAZIONE DEL P-CRESOL SOLFATO NEL PLASMA DI PAZIENTI UREMICI MEDIANTE MRM

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Abstract

INTRODUZIONE. Pazienti. con insufficienza renale cronica accumulano nel sangue molecole che vengono normalmente eliminate con le urine. Il p-Cresol Solfato (pCS) è una delle tossine più rappresentative tra quelle trattenute, la sua clearance nei pazienti sottoposti a trattamento emodialitico è molto ridotta a causa della sua capacità di legarsi all’albumina. Il pCS ha dimostrato avere un elevato livello di tossicità correlato a complicazioni cardiovascolari e lesione dovute allo stress ossidativo in diversi casi clinici. Pertanto, la quantificazione di questa tossina potrebbe rappresentare un fattore predittivo per determinare possibili complicazioni dello stato del paziente. Lo scopo dello studio è valutare l’applicabilità della Multiple Reaction Monitoring (MRM) per migliorare la sensibilità e la selettività nel rilevamento del pCS in un ridotto volume di plasma di pazienti uremici.

METODI. Plasma di pazienti uremici è stato addizionato di uno standard interno (IS) per valutare la possibile perdita di pCS durante la preparazione e l’analisi del campione. In seguito alla deproteinizzazione con il metanolo, il surnatante è stato concentrato e risospeso nella fase mobile della cromatografia liquida (LC). pCS è stato quantificato utilizzando LC accoppiata ad uno spettrometro di massa triple-quadrupole (LC-QQQ).Il rilevamento selettivo e sensibile del pCS è stato ottenuta selezionando lo ione parentale specifico e monitorando due frammenti ionici specifici.

RISULTATI e CONCLUSIONI. L’eluizione del pCS avviene dopo 2 min di corsa cromatografica. Il metodo MRM è stato settato seguendo le seguenti transizioni: m/z187-->80.00 e m/z187-->107.00. Ogni curva di calibrazione mostra una buona linearità. La precisione, valutata come precisione Inter-day e Intra-day, ha un elevata riproducibilità e la percentuale di recupero è del 102%, dimostrando un ottima accuratezza del processo. Il pCS ha mostrato una buona stabilità nei campioni di plasma conservati a -80° per più di tre mesi.

I risultati dimostrano che il metodo di quantificazione del pCS nel plasma è attendibile e ha un elevata sensibilità e specificità e una buona riproducibilità. Inoltre, l’analisi richiede una breve corsa cromatografica e un ridotto quantitativo di plasma.

A. Cuoghi(1), E. Bellei(1), M. Caiazzo(1), S. Bergamini(1), G. Palladino(2), A. Tomasi(1), E. Monari(1)
((1)Università Degli Studi Di Modena E Reggio Emilia Modena , (2)Bellco S.r.l. Mirandola )
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