INTRODUZIONE. L’immigrazione è in aumento. L’incidenza di nefropatie nell’Africa subsahariana è del 10.8%. Scopo di questo studio è valutare la prevalenza di nefropatie nella popolazione straniera irregolare a Torino, tramite raccolta di dati anamnestici, creatininemia (Crs), esame urine e misurazione pressoria. L’indagine è sostenuta dal finanziamento da parte della SIN (bandi di ricerca 2011).

MATERIALI E METODI. Dal 10/1/2012 al 20/4/2012 sono stati osservati 232 soggetti irregolarmente immigrati afferenti al Centro ISI. I dati sono stati rilevati con un questionario in 7 lingue su: precedenti episodi di ematuria, edemi, malaria, malattie infettive, numero di gravidanze/aborti, disuria, artralgie, precedenti familiari di nefropatia. La Crs è stata dosata con metodo di Jaffé, il filtrato glomerulare (FG) stimato con la formula EPI, l’esame urine valutato con test colorimetrici e il sedimento urinario letto da nefrologi. In caso di anomalie i pazienti venivano convocati.

RISULTATI e CONCLUSIONI. Sono stati esaminati 232 soggetti: età 36.1±11.2 anni; 126 donne, 106 uomini; 84 di razza nera, 6 di razza gialla; in Italia da 6.2±5.56 anni. 4 soggetti riportavano una nefropatia familiare. 89 pazienti riferivano nicturia, 41 disuria, 66 artralgie alle piccole articolazioni, 79 alle grandi articolazioni. 49 riferivano di aver contratto la malaria, 2 l’epatite C, 3 l’epatite B, 4 la tubercolosi, 1 l’infezione da HIV. La Crs media era 0.79±0.17 mg/dl, il FG 112.1±16.0 ml/min/1.73mq. 19 persone (8.1%) avevano valori pressori elevati, 14 (6%) ematuria, 15 (6.4%) proteinuria. 51 pazienti (21.9%) sono stati richiamati: 17 non si sono presentati, a 22 (9.4%) sono stati richiesti ulteriori accertamenti e 12 (5.1%) avevano problemi insignificanti.

CONCLUSIONI. Il 78.1% dei soggetti esaminati non presentava anomalie. L’indagine ha permesso di identificare 4 soggetti con storia familiare di nefropatia, 22 (9.4%) con anomalie urinarie e/o valori pressori elevati, nei quali sono in corso ulteriori accertamenti e che verranno seguiti in futuro. L’estensione ad un anno di reclutamento permetterà di ottenere dati epidemiologici consolidati e una valutazione economica dell’utilità di questo tipo di screening.