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Nefrologia clinica

CORRELAZIONI CLINICHE TRA SPESSORE DEL GRASSO EPICARDICO, MALNUTRIZIONE, INFIAMMAZIONE CRONICA E CALCIFICAZIONI CARDIACHE IN PAZIENTI AFFETTI DA MALATTIA RENALE CRONICA

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Abstract

INTRODUZIONE. Malnutrizione, infiammazione cronica, disfunzione endoteliale e presenza di calcificazioni vascolari sono alla base della patogenesi della malattia cardiovascolare nei pazienti affetti da Malattia Renale Cronica. La valutazione degli indici di malnutrizione/infiammazione e dello spessore del grasso epicardico possono fornire elementi utili per valutare e meglio definire il rischio cardiovascolare globale di questa popolazione di pazienti.

PAZIENTI E METODI. Sono stati arruolati 60 pazienti (35M/25F) affetti da Malattia Renale Cronica (CKD) in stadio III° - IV° NKF (GFR EPI medio di 28 ± 4.5 ml/min). 40 pazienti su 60 erano diabetici in trattamento con insulina. Il gruppo di controllo era costituito da 30 soggetti sani. I pazienti sono stati sottoposti a dosaggio di PCR, albumine mia, assetto lipidico ed esame ecocardiografico per la valutazione dello spessore del grasso epicardio (EFT) e del Wilkins Score. È stato, inoltre, eseguito uno screening eco – color doppler dei vasi carotidei per la valutazione dello spessore medio intimale (IMT).

RISULTATI. Le nostre evidenze hanno evidenziato la presenza di uno score di Wilkins nettamente superiore nei pazienti affetti da CKD rispetto alla popolazione di controllo (p = 0.005). Si è, inoltre, documentata un relazione statisticamente significativa tra spessore del grasso epicardico e presenza di calcificazioni valvolari mitraliche (p = 0.0045), nonché tra spessore del grasso epicardico, valori di IMT carotideo ed indici di malnutrizione/infiammazione. EFT aumenta in particolar modo nei pazienti diabetici affetti da CKD ed è correlato positivamente con età biologica ed indice di massa corporea.

DISCUSSIONE. La presenza di uno stato di malnutrizione, di uno stato infiammatorio cronico, ovvero un’associazione dei due fenomeni clinici, pone il paziente affetto da CKD in una posizione delicata per quanto riguarda la maggiore incidenza di morbidità e mortalità cardiovascolare. Il controllo di tali parametri con idonei schemi nutrizionali (correzione dell’ipoalbuminemia) e con terapia farmacologica (per il controllo della dislipidemia) può comportare un netto miglioramento in termini di prognosi a medio–lungo termine.

L. Di Lullo(1), F. Floccari(2), F. Logias(3), F. Fiorini(4), A. D'Amelio(5), P. Zamboli(6), R. Rivera(7), F. Marrocco(2), A. Villani(8), A. Marinelli(9), M. Malaguti(2), A. Santoboni(1)
((1)U.o.c. Nefrologia E Dialisi Ospedale Leopoldo Parodi Delfino Colleferro , (2)U.o.c. Nefrologia E Dialisi Ospedale S.paolo Civitavecchia , (3)U.o.c. Nefrologia E Dialisi Ospedale S.camillo Sorgono , (4)U.o.c. Nefrologia E Dialisi Ospedale S.maria Della Misericordia Rovigo , (5)U.o.c. Nefrologia, Dialisi E Trapianto Ospedale V. Fazzi Lecce , (6)Cattedra Di Nefrologia Ii° Università Degli Studi Di Napoli , (7)Divisione Di Nefrologia Ospedale S.gerardo Monza , (8)Scuola Di Specializzazione In Nefrologia - Ii Università Degli Studi Tor Vergata Roma , (9)U.o.c. Nefrologia E Dialisi Ospedale Di Anzio )
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