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Nefrologia clinica

UTILIZZO DEL TOLVAPTAN NEL TRATTAMENTO DELL’IPONATRIEMIA SEVERA NELLA SIADH : UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA SOMMINISTRAZIONE DI SOLUZIONE IPERTONICA?

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Abstract

INTRODUZIONE. Il Tolvaptan, antagonista recettoriale dell’ADH, si è dimostrato efficace nel trattamento dell’iponatremia indotta dalla SIADH. Tuttavia, le indicazioni per il suo utilizzo non sono chiare e vi è incertezza sul grado di iponatremia in cui è indicato iniziare il trattamento. La maggior parte dei trial ha incluso pazienti con iponatremia lieve e nessun risultato è stato riportato per gradi severi, in cui il trattamento di scelta rimane l’infusione di soluzione salina ipertonica data la sua risposta prevedibile nell’aumento della sodiemia.

MATERIALI E METODI. Analisi retrospettiva della risposta clinica e laboratoristica alla somministrazione di Tolvaptan 15mg in 3 pazienti giunti alla nostra attenzione per la presenza di iponatremia severa, resistente al trattamento tradizionale.

RISULTATI E CONCLUSIONI. 1)Uomo 53aa: SIADH secondaria a reninoma metastatico condizionante vertigini e confusione. Dopo Tolvaptan, la sodiemia è aumentata da 123 a 128meq/L in 24 ore e a 134meq/L in 48 ore. Attualmente il paziente prosegue la terapia da 8 mesi, senza recidive sintomatologiche.

2)Uomo 47aa: SIADH secondaria a meningite e responsabile di coma persistente nonostante la risoluzione dell’infezione. Con Tolvaptan, la natremia è aumentata da 124 a 136meq/L in 24 ore, con ripresa dello stato di coscienza. Al tentativo di svezzare il paziente dal farmaco, nuova recidiva di iponatremia e coma, per cui il paziente assume Tolvaptan cronicamente da 20 mesi.

3)Donna 72aa: SIADH di natura indeterminata associata a psicosi e ipostenia generalizzata. Con Tolvaptan, incremento della sodiemia da 123 a 129meq/L dopo 24 ore e a 132meq/L dopo 48 ore, con miglioramento sintomatologico. Attualmente la paziente esegue programma riabilitativo e assume la terapia da 3 mesi.

Nei casi osservati, la somministrazione cronica di Tolvaptan è stata ben tollerata e ha contribuito a migliorare la qualità di vita. La dose scelta ha permesso di incrementare la sodiemia di 5, 12 e 6mmol/L in 24 ore, valori ritenuti sicuri. Tuttavia, la risposta individuale al farmaco è stata imprevedibile e un monitoraggio attento della sodiemia in ambiente ospedaliero all’inizio del trattamento è raccomandato.

S. Oldani(1), D. Cucchiari(1), P. Arosio(1), S. Verdesca(1), E. Merizzoli(1), G. Graziani(1), C. Angelini(1), S. Badalamenti(1)
((1)Unità Operativa Di Nefrologia - Istituto Clinico Humanitas Irccs Rozzano - Milano )
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