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Nefrologia clinica

SINDROME NEFROSICA E DISFUNZIONE RENALE INDOTTE DA SUNITINIB: UN CASO CLINICO

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Abstract

Introduzione. Il Sunitinib, inibitore selettivo della tirosina-chinasi ad azione antiangiogenetica (anti Vascular Endotelium Grow Factor), può essere utilizzato nel trattamento dei Tumori Stromali Gastrointestinali (GIST) con disseminazione metastatica o localizzazione non approcciabile chirurgicamente e resistenti all’Imatinib. In letteratura sono segnalati casi di proteinuria e disfunzione renale con quadri istologici eterogenei in pazienti trattati con Sunitinib.

Caso clinico. Uomo di 61 anni. In anamnesi: GIST ileale diagnosticato nel 2002 e trattato con resezione ileale; successivo riscontro di multipli secondarismi epatici ed omentali necessitanti di resezioni chirurgiche ripetute e terapia con Imatinib. 2007: nuova ripresa di malattia (peritoneale ed omentale); iniziata terapia di seconda linea con Sunitinib. Gennaio 2011: comparsa di ipertensione arteriosa ed alterazioni cutanee (sindrome mano-piede). Marzo 2011: visita nefrologica per edemi declivi, incremento ponderale, sindrome nefrosica (proteinuria 12.5 gr/die) e disfunzione renale (creatininemia 1.8 mg/dl, VFG 39 ml/min/1.73 m2). Principali test immunologici e virali negativi. Ecograficamente reni di 11 cm con corticale iperecogena; stazionari i secondarismi omentali multipli. Alla biopsia renale: glomerulonefrite da immunocomplessi con lesioni nodulari. Iniziata terapia con diuretici, ACE-inibitori e steroidi; temporaneamente sospeso il Sunitinib con riduzione della proteinuria (4 gr/die), miglioramento delle alterazioni cutanee e del controllo pressorio. Settembre 2011: riscontro radiologico di incremento dimensionale delle lesioni neoplastiche addominali con necessità di ripresa del Sunitinib al dosaggio minimo efficace. Marzo 2012: creatininemia 1.9 mg/dl, proteinuria 4.1 gr/die.

Conclusioni. Descriviamo un caso di sindrome nefrosica e disfunzione renale Sunitinib-relate in paziente con GIST a comportamento maligno. È noto che l’inibizione del VEGF è associata allo sviluppo di ipertensione, proteinuria e danno renale. Incidenza, patogenesi e fattori predisponenti per tali alterazioni non sono ancora del tutto chiariti, ma sembrano essere, almeno in parte, reversibili. Spesso il Sunitinib costituisce l’unica opzione terapeutica; la gestione dei pazienti dovrebbe comprendere un attento monitoraggio ed una collaborazione tra nefrologi ed oncologi anche per un eventuale adeguamento della posologia al dosaggio minimo efficace.

R. Prandini(1), F. Centofanti(1), O. Baraldi(1), M.A. Pantaleo(2), M.C. Pallotti(2), B. Fabbrizio(3), S. Stefoni(1)
((1)U.o. Nefrologia, Dialisi E Trapianto. Bologna , (2)U.o. Oncologia Medica. Bologna , (3)U.o.di Anatomia E Istologia Patologica. - Policlinico S. Orsola-malpighi. Università Di Bologna )
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