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Nefrologia clinica

Spontanea rottura di rene in una paziente in trattamento emodialitico

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Introduzione

La rottura spontanea non traumatica del rene nei soggetti in trattamento emodialitico è un evento raro "Piccoli GB-2002". [1] Nella maggior parte dei casi è associata alla malattia renale cistica acquisita (ACKD) o alla presenza di neoplasia renale "Borràs M-2006" [2] (full text). Vi sono pochi reports su questo tema. Fino al 2009 Goto ha individuato nella letteratura giapponese solo 5 casi di carcinoma renale in pazienti in trattamento emodialitico e con spontanea rottura di rene "Goto T-2009" [3] (full text). Nella popolazione generale le neoplasie primitive della pelvi renale sono non comuni, per la maggior parte maligne e costitute dal carcinoma a cellule transizionali. I carcinomi a cellule squamose (SCC) e gli adenocarcinomi (AC) della pelvi renale sono invece assai rari e costituiscono meno dell' 1% delle neoplasie del tratto urinario superiore. I SCC e gli AC presentano come fattori di rischio la calcolosi renale cronica "Raghavendran M-2003" [4] (full text), e le infezioni urinarie croniche (in particolare la schistosomiasi). L'incidenza della coesistente malattia calcolotica urinaria varia dal 18% negli USA al 100% in Hong Kong. La patogenesi del SCC e degli AC associati con la calcolosi renale è ben documenteta. Si ritiene che la trasformazione neoplastica inizi con la metaplasia uroteliale prodotta dalla flogosi cronica e porti alla dedifferenziazione cellulare ed infine al SCC o all'AC.

Case Report

Una donna di 62 anni, affetta da diabete mellito e cardiopatia ischemica, venne ricoverata per l' improvvisa insorgenza di acuto dolore al fianco sinistro. La paziente aveva sofferto di nefrolitiasi bilaterale ed aveva ricevuto 10 anni prima la nefrectomia destra. Da 2 anni era in emodialisi cronica trisettimanale. Dall' inizio della dialisi non aveva sofferto di ulteriori complicanze. Ella era totalmente anurica. Non praticava terapia anticoagulante. Al ricovero, la TAC addominale mostrava un rene sinistro notevolmente aumentato di volume con struttura disomogenea, la presenza di grosso calcolo a stampo nella pelvi renale sinistra, di altri più piccoli calcoli caliceali e di un massivo ematoma nel 3° inferiore del rene [Figura 1]. Le indagini di laboratorio mostrarono una severa anemia (Hb: 6.3 gr/dl); i parametri emocoagulativi ed i tests di funzione epatica risultarono nella norma. Venne effettuata in emergenza la nefrectomia sinistra. All'esame macroscopico il rene misurava 16 cm in lunghezza e si presentava coperto da coaguli con rottura della capsula renale. Alle sezioni istologiche venne osservato un assottigliamento della corticale, una dilatazione cistica del sistema collettore, la presenza di molti calcoli, di una abbondante quantità di liquido di colore marrone e di un' ampia raccolta emorragica estesa  al tessuto adiposo perirenale. L'esame istologico evidenziò un carcinoma della pelvi renale, a cellule squamose, ben differenziato, infiltrante il parenchima renale. Grading istologico UICC: G1-pT3 (Figura 2, Figura 3, Figura 4).

Conclusione

Vi sono pochi studi riguardanti il carcinoma uroteliale nei pazienti in ESRD. La calcolosi renale è un fattore di rischio per lo sviluppo del carcinoma squamoso. I reni nativi, sebbene non più funzionanti, sono soggetti alla irritatione cronica da parte dei calcoli renali. Pertanto i pazienti in dialisi cronica con persistente nefrolitiasi dovrebbero essere monitorati.

release  1
pubblicata il  27 settembre 2012 
da Gioacchino Li Cavoli, Francesca Servillo, Carmela Zagarrigo, Onofrio Schillaci, Angelo Tralongo, Mario Coglitore, Ida Di Lorenzo*, Ugo Rotolo
(ARNAS Ospedale Civico e Di Cristina, UOC Nefrologia e Dialisi, Palermo; * ARNAS Ospedale Civico e Di Cristina, UOC Anatomia Patologica, Palermo)
Parole chiave: dialisi cronica, emodialisi, rottura di rene
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