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Accessi vascolari

Nuove soluzioni in materia di CVC tunnellizzati: nostra esperienza e correzione chirurgica

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Razionale

Il ricorso all’utilizzo di dispositivi intravascolari a permanenza per la terapia dialitica è in continua crescita a causa della elevata frequenza di comorbidità dei pazienti con malattia renale terminale.

La diffusione dell’uso dei CVC tunnellizzati ha comportato l’incremento dell’incidenza di molteplici complicanze (infezioni, trombosi, ostruzione) che spesso obbligano gli operatori alla sostituzione e/o dislocazione del presidio.

L’esposizione cutanea del CVC è una complicanza di non frequente riscontro, osservabile in soggetti malnutriti o che presentino anomalie anatomiche favorenti, che si verifica in seguito all’azione abradente delle cuffie del catetere su una cute tesa e scarsamente irrorata, causando ulcerazione del derma e conseguente infezione locale.

 

Casistica e metodi

Di seguito descriviamo tale complicanza e la sua possibile risoluzione chirurgica con conservazione in sede del catetere tunnellizzato, dove la dislocazione dello stesso era resa impraticabile dalla totale assenza di approccio in altri distretti.

La metodica di riparazione chirurgica è stata condotta in collaborazione con i chirurghi plastici del nostro PO.

 

Risultati

Tre pazienti afferenti al nostro centro dialisi che presentavano esposizione del CVC, in corrispondenza della cute sovrastante le cuffie alla base del triangolo di Sedillot, sono stati sottoposti a copertura della cute erosa tramite l’applicazione di un lembo di avanzamento e la rotazione laterale di un lembo cutaneo di vicinanza (Figure 1-2 e 4-5). Tale procedura è stata eseguita dopo bonifica della zona erosa con terapia antibiotica mirata e debridment chirurgico.

 

Conclusioni

La metodica ha condotto alla completa restitutio ad integrum della cute coinvolta e alla preservazione del CVC tunnelizzato, evitando l’utilizzo di procedure maggiormente invasive per il confezionamento di un accesso vascolare alternativo (Figura 3 e 6). La descrizione di tale complicanza pone inoltre l’attenzione sulla corretta tecnica di posizionamento dei CVC tunnellizzati in quei pazienti che presentano maggior rischio di esposizione cutanea.

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pubblicata il  14 settembre 2013 
da Carmen Rotelli, Mario Pinna, Alma Posadinu, Gordiano Concas, Carla Leoni, Maria Piredda, Giacomina Loriga, Gianfranco Branca, Maria Cossu
(SC di Nefrologia Dialisi e Trapianto, Ospedale SS. Annunziata, Sassari)
Parole chiave: malnutrizione, mortalità
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Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Lucia Piumetto, Tesi S.p.A.
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