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Accessi vascolari

TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE PERCUTANEO PER FISTOLE ARTERO-VENOSE MALFUNZIONANTI, TROMBIZZATE O CON DEFICIT DI MATURAZIONE: UN'ESPERIENZA MONOCENTRICA

poster

Razionale

Le complicanze degli accessi vascolari sono fra le cause principali dell’aumento della mortalità e morbilità nei pazienti in emodialisi. Abbiamo analizzato retrospettivamente la casistica degli ultimi 5 anni relativa alle procedure di fistolografia con angioplastica percutanea (PTA), cui sono state sottoposte le FAV native che hanno presentato early failure o malfunzionamento/trombosi.

Casistica e Metodi

Tra gennaio 2008 e dicembre 2012, sono state effettuate 101 procedure su 73 pazienti: 63 FAV distali radio-cefaliche, 10 FAV prossimali, età media 12 mesi (1 mese-13 anni). Principali indicazioni alla procedura: malfunzionamento 56% dei casi, early faliure 7%, trombosi 30%, edema dell’arto 7%. I tassi cumulativi di pervietà primaria e assistita sono stati determinati con il metodo di Kaplan-Meier.

Risultati

Nelle FAV radiocefaliche L-T e T-T, le stenosi erano localizzate rispettivamente: nel segmento iuxta-anastomotico (44% e 47% dei casi) (Fig.1), sull'anastomosi (20% e 21%), nel tratto di efflusso venoso (20% e 16%), in una vena centrale (4% e 5%), in più aree (12% e 11%). Le FAV prossimali erano stenotiche nel tratto di efflusso venoso nel 70% dei casi e in sede perianastomotica (30%). Un buon risultato clinico/angiografico è stato ottenuto nell'88% dei casi, 17 pazienti hanno necessitato di 28 PTA aggiuntive per stenosi/trombosi recidiva. Le complicanze sono state: minimo stravaso ematico in 8 pazienti, microembolismo digitale (1 paziente) (Fig.3). Escludento i fallimenti precoci, i tassi di pervietà primaria e assistita sono stati di 34,3 mesi (95% CI 26,4-42,1) e 41,1 mesi (95% CI 37,9-52,4) rispettivamente, mentre i tassi di sopravvivenza cumulativa primaria e assistita sono stati del 59 e 84% a 1 anno (Fig.2)

Conclusioni

Questo lavoro conferma l’efficacia della PTA nel trattamento delle FAV malfunzionati/trombizzate, determinandone l’incremento della sopravvivenza. L’approccio radiologico, rispetto a quello chirurgico, pur presentando il problema della recidiva approssimativamente nel 30% dei casi, ha diversi vantaggi: minore invasività, miglior visualizzazione dell’accesso vascolare, preservazione del patrimonio vascolare, immediato utilizzo dell’accesso per l’emodialisi.

Bibliografia

Maeda K et Al.: Percutaneous transluminal angioplasty for Brescia-Cimino hemodialysis fistula dysfunction: technical success rate, patency rate and factors that influence the results; European Journal of Radiology 2005: 54 (3), 426-30;  

Sugimoto K et Al.: Percutaneous transluminal angioplasty of malfunctioning Brescia-Cimino arteriovenous fistula: analysis of factors adversely affecting long-term patency”; European Radiology 2003: 13, 1615-19.

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pubblicata il  13 settembre 2013 
da Silvia Mattei¹, Gianluca Pignatelli², Mattia Corradini¹, Alfredo Stefani¹, Achiropita Bovino¹, Francesco Iannuzzella¹, Lucio Manenti³, Augusto Vaglio³, Antonio Manari² e Sonia Pasquali¹
(¹S.C. di Nefrologia e Dialisi, IRCCS-Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia; ²S.C. di Cardiologia Interventistica,IRCCS-Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia; ³U.O.C. di Nefrologia e Dialisi, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Parma)
Parole chiave: accesso vascolare, angioplastica percutanea, stenosi
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