Nell’uremia è presente uno stress ossidativo cronico non responsivo alle terapie a base di antiossidanti. Dato che l’ozono è utilizzato negli stati con stress ossidativo- infiammatorio abbiamo valutato l'effetto dell’ossigeno-ozonoterapia verso alcuni markers dello stress ossidativo in emodialisi.
In 15 pazienti in emodialisi cronica, (9 M e 6 F) con età media pari a 67 anni, abbiamo praticato 40 sedute di autoemoterapia (O3-AHT), miscelando 250 ml di sangue e ossigeno-ozono a 50 µg/ml. in quantità equivalente e restituendo dopo 5 min. in 9 mesi in due cicli di trattamento. In tutti è stato valutato all’inizio (T0), a 2 mesi (T2) a 3 mesi (T3) , a 6 mesi (T4) e a 9 mesi (T5) il danno ossidativo sul gruppo tiolico (SH) della cisteina in posizione 34 della albumina. In soli 6 dei 15 pazienti è’ stata valutata sulle cellule polimorfonucleate (PMN) CD16+ la produzione di radicali liberi (ROS) al T0, T1 e T2, al citofluorimetro mediante la misura dell’emissione specifica di fluorescenza (MFI).
Gli stessi parametri sono stati valutati in 10 pazienti in emodialisi cronica non sottoposti alla terapia con ozono.
In tutti i pazienti trattati non si è rilevata una variazione significativa della albumina ossidata, mentre nel gruppo di controllo aumentava in modo significativo al T5 (p = 0.002).
La produzione di ROS è risultata alta (3.300 MFI) al T0 in 3 pazienti trattati (50%) con diminuzione al T2 (-200%) e al T3 (-300%) e aumento della albumina ridotta (+ 30%). Nei restanti 3 trattati e nei controlli la produzione era modesta al T0 (< 1000 MFI) con scarse variazioni al T2 e T3.
Questi risultati dimostrano che la ozonoterapia può indurre un significativo miglioramento del danno ossidativo sia pure soltanto nel 50% dei pazienti.