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Emodialisi

SICUREZZA E CONVENIENZA NELL’IMPIEGO DEI BIOSIMILARI IN EMODIALISI

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INTRODUZIONE

Con il termine “biosimilare” viene indicato un medicinale simile a un prodotto biologico di riferimento già autorizzato nell’Unione Europea e per il quale sia scaduta la copertura brevettuale. I biosimilari possono rappresentare una significativa opportunità di trattamento permettendo l’utilizzo di prodotti dello stesso valore terapeutico rispetto al farmaco di riferimento ad un costo contenuto (Subramanyam M - 2013) [1]. Risulta tuttavia molto dibattuto al momento attuale il loro impiego sia in termini di efficacia che di sicurezza. Effettivamente la complessa struttura proteica, le modificazioni post-translazionali, gli articolati processi di produzione e il rischio di immunogenicità rendono un medicinale biosimilare analogo ma non identico a quello del medicinale biologico di riferimento (Chugh PK - 2013) [2]. Anche alla luce di tali caratteristiche l’AIFA all’interno del position paper del 28/5/2013 afferma che i produttori di farmaci biologici e biosimilari sono tenuti ad istituire un sistema di farmacovigilanza per il monitoraggio della sicurezza del prodotto. In tale senso si è anche espresso il Consiglio Direttivo della SIN in merito agli agenti stimolanti l’eritropoiesi (ESA) sottolineando la necessità di una farmacovigilanza a lungo termine e di una tracciabilità del prodotto al fine di poter orientare le scelte mediche in base a consolidati criteri di evidenza.

L’indirizzo e le raccomandazioni di utilizzo degli ESA nell’insufficienza renale cronica per la Regione Piemonte sono contenute nella Delibera della Giunta Regionale piemontese del Febbraio 2011. Il documento pone indicazione all’impiego degli ESA-biosimilari nei pazienti naive e propone di eseguire uno shift da originatore a biosimilare solo in pazienti selezionati previo stoccaggio di un campione di siero.

RAZIONALE

A seguito delle raccomandazioni contenute nel piano di rientro del Piemonte per il 2011 ed all’aggiudicazione della gara regionale relativa all’impiego degli ESA, si è valutata la sicurezza e il rapporto costo-efficacia dell’epoetina teta (Eporatio, Ratiopharm) in un gruppo di pazienti afferenti al nostro centro dialisi.

CASISTICA E METODI

Questo studio, di tipo osservazionale, ha valutato per un periodo di 12 mesi 24 pazienti appartenenti alla nostra popolazione emodialitica: 17 maschi e 7 femmine di età media 73.8 anni e peso corporeo medio 69.9 Kg, posti in trattamento con biosimilare epoetina teta (Eporatio, Ratiopharm). Di questi pazienti (21% dei nostri emodializzati) 4 erano naive per terapia con ESA; gli altri sono stati convertiti da originatori: 15 da beta-originatore e 5 da darbepoetina, per quest’ultima utilizzando un fattore di conversione 1:200. Durante il periodo di osservazione sono stati valutati l’andamento dell’emoglobina (Hb), l’assetto marziale, l’efficienza dialitica (Kt/V), i livelli di PTHi, la dose di ESA, i relativi costi e gli eventuali effetti collaterali.

RISULTATI

Il valore medio di Hb è risultato 11.01 g/dL (range 9.02-11.43 g/dL), di ferritina 343.59 ng/mL (range 14.33-580.33 ng/mL), di saturazione della transferrina (TSAT) 24.09% (range 11.20-50.00%), di Kt/V 1.33 (range 0.97-1.98), di PTHi 244.43 pg/mL (range 44.20-555.58 pg/mL). La dose media settimanale di ESA è risultata pari a 7900 UI, corrispondente a 113.02 UI/Kg/settimana e a 10.26 UI settimanali/Kg/Hb (indice di resistenza all’eritropoietina, ERI).

Durante il periodo di osservazione non si sono registrati effetti collaterali.

Considerando i 20 pazienti convertiti a biosimilare (sempre con somministrazione endovenosa) il consumo di ESA risulta aumentato del 2.6% (dose media di ESA precedente la conversione: 7800 UI/settimana; successiva alla conversione: 8000 UI/settimana), a fronte di una stabilità dell’Hb (11.10 g/dL pre-conversione e 10.97 g/dL post-conversione).

Sulla base dei costi derivati dall’aggiudicazione della gara regionale si calcola un risparmio settimanale pari al 65.5 % (190.40 Euro vs 551.85 Euro).

CONCLUSIONI

I risultati ottenuti dimostrano, in accordo con altri studi (Gertz B - 2010) [3], la possibilità di utilizzare con sicurezza ed efficacia il biosimilare epoetina teta. In particolare la conversione da un trattamento con ESA-originatori (epoetina beta e darbepoetina) ha consentito di mantenere stabili i valori di Hb dopo lo shift a prezzo di un lieve incremento della posologia di ESA pro-paziente che ha permesso tuttavia un risparmio rimarchevole in termini di spesa farmaceutica. Nella nostra seppur limitata casistica non si sono verificati casi di PRCA (pure red cell aplasia).

release  1
pubblicata il  19 settembre 2013 
da Tamagnone M, Marengo M, Serra I, Marazzi F, Falconi D, Tattoli F, Gherzi M, Donato G, Deprisco O, Formica M
(SC Nefrologia e Dialisi, ASL CN1)
Parole chiave: biosimilari, eritropoietina
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