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Emodialisi

LE MEMBRANE POLISULFONE/VITAMINA-E RIDUCONO L'ATTIVITA' DELL'INDOLAMINA 2,3–DIOSSIGENASI (IDO) NEI PAZIENTI UREMICI.

Questo Abstract è stato accettato come Poster.

Razionale

Recentemente è emerso che l'enzima IDO è un attivatore dell'attività immunsoppressiva delle cellule T regolatorie. Pertanto, scopo di questo studio è quello di investigare l'effetto di diversi trattamenti emodialitici sull'attività dell'IDO.

Casistica e Metodi

Abbiamo condotto uno studio crossover randomizzato. 16 pazienti sono stati trattati (per 3 mesi in sequenza randomizzata) con 3 differenti metodiche dialitiche (HD): HD con membrane di cellulosa (CEL), HD con membrane di polisulfone+vitamina E (Vit-E) ed HDF con membrane in polisulfone (HDF). Prelievi ematici erano eseguiti alla fine dei 3 periodi HD con le differenti metodiche. L'attività dell'IDO è stata valutato nei sieri come rapporto tra il triptofano (Trp) e il suo catabolita, la Kynurenina (Kyn), determinato simultaneamente usando il metodo RP-HPLC.

Risultati

In tutti i pazienti i livelli di Trp sono risultati significativamente più bassi rispetto ai CON (P<0,01), mentre i livelli di Kyn significativamente più alti (P<0,01) e il rapporto Kyn/Trp (l'attività dell'IDO), è significativamente più alto rispetto ai CON (P<0,01). Nessuna differenza è stata trovata tra i pazienti dializzati con CEL o HDF. Durante il trattamento con Vit-E, i livelli di Trp rimanevano invariati rispetto agli altri trattamenti, mentre i livelli di Kyn diminuivano in maniera significativa (3.92±1.53 µmol/l) rispetto ai valori trovati durante il trattamento con CEL-HD (6.39±1.57 µmol/l, P< 0.05) e HDF (6.3±1.08, P< 0.05), ciò portava ad una significativa riduzione del rapporto Kyn/Trp (20.1± 5.0) rispetto al periodo CEL (36.2±8.7, P< 0.05)  ed HDF (31.3±3.9, P< 0.05).

Conclusioni

In questo studio abbiamo confermato che i pazienti HD presentano un'aumentata attività dell'IDO e dimostrato che il trattamento con una membrana molto biocompatibile (VIT-E) riduce significativamente l’attività dell'IDO e conseguentemente, probabilmente, l'immunodeficienza in tali pazienti.

C. Libetta, M. Canevari, E. Margiotta, I. Borettaz, C. Martelli, E. Lojacono*, B. Votta*, A. Amore*, R. Coppo*, A. Dal Canton
(Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo ed Università di Pavia; *Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Ospedale Regina Margherita, Torino.)
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Per assistenza contattare: Lucia Piumetto, Tesi S.p.A.
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