Il dolore è un’esperienza soggettiva che influenza pesantemente la vita dei pazienti in dialisi e viene spesso sottovalutata. Il dolore riduce l’attività fisica, impedisce il lavoro, causa depressione, ansia e irritabilità. La recente attenzione sul trattamento del dolore cronico a tutti i livelli ha stimolato una rilevazione oggettiva del dolore in dialisi con approccio quantitativo. I pazienti in dialisi cronica infatti presentano frequentemente una patologia dolorosa con origine multifattoriale che merita una valutazione accurata per la pianificazione di interventi specifici.
Sono stati somministrati questionari NRS (numerical rating scale 0-10) per la valutazione del dolore in tutta la popolazione sottoposta a trattamento emodialitico cronico afferente al reparto, prima e durante ogni seduta dialitica eseguita, per un periodo di un anno (2012). Sono state raccolte 15013 doppie valutazioni (pre e intra) NRS in 128 pazienti (44 F e 84 M) per una media di 117 ± 35 questionari per paziente. L’età anagrafica dei pazienti al questionario era 71 ± 13 anni e quella dialitica mediana era 3 anni (range 0-44). Le comorbidità presenti erano: neoplasia in 14 pazienti (11%), diabete in 51 pazienti (40%), vasculopatia in 93 pazienti (73%), poliartrosi in 61 pazienti (48%) e altre patologie in 29 pazienti (23%).
Era dichiarata la presenza di dolore almeno una volta in 107 pazienti (84%) prima della seduta dialitica e in 108 in corso di dialisi (84%) con associazione statisticamente significativa tra le due risposte (Fisher p < 0.001). Però la percentuale mediana dei questionari con dichiarazione di dolore rispetto ai questionari risposti per ciascun paziente era solo 7.3 % (range 0 - 96 %) prima della dialisi e 7.9 % (range 0 - 98%) in dialisi (Figura 1), senza differenze significative (t-test p = ns) e con associazione stretta tra i due dati (Pearson r = 0.961 p < 0.001) (Figura 2). Escludendo i pazienti che non hanno mai riferito dolore la percentuale mediana diventa 12% (range 0.7 - 96%) predialisi e 14% (range 0.7 - 98%) in dialisi (Figura 1), sempre senza differenze significative (t-test p = ns) e con associazione stretta tra i due dati (Pearson r = 0.956 p < 0.001) (Figura 2). Considerando solo i soggetti con più della metà dei questionari positivi per dolore (dolore persistente) sono stati effettivamente contati 23 pazienti all’inizio e 21 pazienti in dialisi. Il livello del dolore NRS, escludendo i pazienti completamente privi di dolore, aveva un valore mediano di 4 (range 2-7) prima della dialisi e mediano di 4 (range 2-7) durante la dialisi (Figura 3), senza differenze significative (t-test p = ns) e con associazione stretta tra le due misure (Pearson r = 0.764 p < 0.001) (Figura 3). All’analisi univariata non risultano differenze o correlazioni significative tra sesso ed età anagrafica e tutte le misure di dolore. La percentuale di presenza di dolore e lo score mediano NRS sia all’inizio che in dialisi correlano positivamente con gli anni di terapia dialitica. Non sono state evidenziate differenze nei valori di percentuale di presenza di dolore e di score mediano NRS sia all’inizio che in dialisi in funzione della presenza di neoplasie, diabete, vasculopatia e altre patologie. In presenza di poliartrosi si evidenziano invece valori significativamente più elevati di % presenza dolore iniziale (30.5 vs 11.2, p < 0.001) e in dialisi (31.3 vs 11.0, p < 0.001) (Figura 4). All’analisi multivariata risulta che la poliartrosi è l’unico parametro, tra quelli considerati nello studio, associato alle variabili di presenza del dolore sia all’inizio che durante la dialisi (Figure 5 e 6).
La distribuzione del questionario è stata eseguita con interesse e puntualità a testimonianza della necessità di attenzione sentita da tutto il personale della dialisi. I pazienti hanno colto tutti l’occasione per parlare di esperienze dolorose spesso poco conosciute. Gli abbondanti dati raccolti dal questionario quantitativo somministrato dimostrano che il dolore è un’esperienza frequente e diffusa nei pazienti in dialisi cronica ma la sua presenza nel tempo generalmente non è costante e l’intensità rilevata indica valori di medio livello. La seduta dialitica “per se” non aggrava il dolore dei pazienti che risulta soprattutto legato alla presenza di poliartrosi. Con i risultati della nostra indagine è stato applicato un approccio terapeutico antalgico mirato soprattutto ai pazienti dializzati con dolore cronico persistente durante la dialisi e al di fuori della stessa. Tale approccio prevede dopo un primo livello di trattamento con paracetamolo un secondo livello basato su oppioidi sintetici con farmacodinamica e farmacocinetica idonea al trattamento dei pazienti con insufficienza renale cronica in dialisi.
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