La glomerulonefrite membranosa idiopatica (IMN) è la principale causa di sindrome nefrosica nei paesi occidentali. Il rituximab (RTX) è un anticorpo monoclonale anti-CD20 che è stato impiegato nel trattamento della IMN steroido-resistente con variabile efficacia. Tale variabilità può dipendere in parte dal differente grado di progressione della nefropatia. In questo studio abbiamo verificato l’esistenza di una correlazione tra danno istologico e responsività al rituximab, con lo scopo di verificare se un accurato scoring istologico possa migliorare i criteri di prescrivibilità del RTX nella IMN.
Riportiamo i dati di otto pazienti (tre donne) del nostro centro, affetti da sindrome nefrosica secondaria a IMN resistente ai protocolli tradizionali suggeriti dalle linee guida nazionali ed internazionali. Le biopsie renali sono state analizzate indipendentemente da due nefro-patologi secondo un sistema di score Banff-1997 modificato. Gli endpoints considerati erano la remissione completa e parziale della proteinuria, definite rispettivamente come proteinuria <500 mg/24h e <3 g/24h + riduzione della proteinuria ≥ 50% versus il baseline.
L’età media della popolazione in studio era 67 ± 10 anni. La proteinuria si riduceva significativamente nei 12 mesi successivi alla somministrazione del RTX (Figura 1). Sei pazienti raggiungevano la remissione parziale della proteinuria ed uno la remissione completa. L’unico parametro istologico degli 8 previsti dal nostro score-system era la presenza di glomerulosclerosi segmentale: tale reperto risultava inversamente associato al raggiungimento degli endpoints nel periodo di osservazione (p=0.036; test esatto di Fisher).
Nella presente coorte di pazienti affetti da sindrome nefrosica secondaria a IMN, la terapia con RTX si associava a una significativa riduzione della proteinuria durante i 12 mesi di follow-up. Tuttavia, la sclerosi segmentale glomerulare era correlato al non raggiungimento della remissione e può rappresentare un fattore predittivo negativo dell’efficacia del RTX, tale da sconsigliarne l’impiego nella IMN.