Studi recenti hanno dimostrato che la denervazione renale bilaterale mediante catetere a radiofrequenze è in grado di esercitare una significativa riduzione della pressione arteriosa e dell’attività simpatica in pazienti affetti da ipertensione arteriosa resistente. Questo studio si pone l’obiettivo di verificare, nel breve e nel lungo termine, gli effetti di tale procedura sulla pressione arteriosa, sull’attività del sistema nervoso simpatico, sulla funzione renale e sulla massa cardiaca in pazienti con ipertensione arteriosa resistente affetti da moderata insufficienza renale cronica (IRC).
Abbiamo sottoposto a denervazione renale bilaterale transcatetere 3 pazienti di età compresa tra 55 e 71 anni affetti da ipertensione arteriosa resistente e IRC stadio III. Nel corso del follow-up non sono state effettuate variazioni della terapia antipertensiva. Prima della procedura, a 1 mese, a 6 mesi e a 12 mesi dalla procedura abbiamo misurato: la pressione arteriosa clinica (media di tre misurazioni), l’attività nervosa simpatica efferente al muscolo scheletrico mediante microneurografia del nervo peroneale (MSNAc, valori corretti per la frequenza cardiaca), la creatininemia con calcolo del filtrato glomerulare (eGFR, formula CKD-EPI), gli indici di resistenza renale intraparenchimali (ecocolordoppler renale), la massa cardiaca indicizzata (ecocardiogramma transtoracico, calcolata con formula ASE).
Vedi dati in tabella.
La denervazione renale bilaterale mediante catetere a radiofrequenze si è dimostrata in grado di ridurre i valori di pressione arteriosa, l’attività nervosa simpatica e la massa cardiaca in pazienti con ipertensione arteriosa resistente ed IRC moderata senza variazioni della funzione renale.