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Ipertensione arteriosa

Effetti quantitiativi e temporali della denervazione renale sulla pressione arteriosa e sul traffico nervoso simpatico nell’ipertensione resistente

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Razionale

La denervazione renale nel paziente con ipertensione resistente determina un effetto antipertensivo probabilmente mediato da una riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico. Tuttavia sono disponibili pochi dati sull’andamento temporale della riduzione pressoria e del traffico nervoso e il loro rapporto in relazione alla procedura.

Casistica e Metodi

In 11 pazienti sottoposti a denervazione renale è stata misurata la pressione arteriosa (PA) clinica, battito-battito (Finapres), ambulatoriale (Spacelab), la frequenza cardiaca (HR, ECG) ed il traffico nervoso periferico (MSNA, microneurografia, nervo peroneale), prima della procedura,  30, 90 e 180 giorni dopo.

Risultati

I pazienti con età media di 65.4±3.4 anni (mean±SEM), PA clinica di 170.6±3.4/94.8±4.4 mmHg, monitoraggio ambulatoriale della PA di 154.9±5.0/87.1±3.0 mmHg e valori di MSNA di 67.9±2.9 bursts/100hb. Trenta giorni post-procedura è stata osservata una riduzione della PA clinica (SBP: -14.9±9.6 mmHg; P=0.06, DBP -9.1±5.0 mmHg; P<0.05) che si è mantenuta a 90 e a 180 giorni (SBP: -14.3.3±8.1 mmHg; P=0.06, DBP: -8.6±4.8 mmHg; P<0.05).  Un andamento simile è stato osservato per la PA ambulatoriale, anche se il calo pressorio è stato considerevolmente inferiore (-7.6±2.4 mmHg per la PA sistolica e -8.6±3.1mmHg per la PA diastolica, P=0.06 and P<0.05, rispettivamente). La MSNA si è ridotta progressivamente durante il periodo di follow-up (30 giorni -6.2±3.8 bs/100hb, -9.1%; 90 giorni -12.8±3.0 bs/100hb, -18.9%; 180 giorni; -14.4±3.1 bs/100hb, -21.2%; P<0.01). La procedura non ha modificato nè l'HR nè la variabilità della PA ambulatoriale. Non è stata trovata una correlazione significativa tra la PA clinica o ambulatoriale dopo denervazione renale e le concomitanti variazioni di MSNA.

Conclusioni

I dati suggeriscono che la denervazione renale determina un effetto simpatoinibitorio progressivo ad insorgenza precoce. Tali effetti non sembrano essere associati temporalmente nè quantitativamente alla riduzione della PA post-denervazione renale.

F. Pieruzzi(1), G. Seravalle(2), G. Brambilla(3), M. Alimento(4), A. Bartorelli(5), M. Volpe(3), R. Dell’Oro(3), L. Magni(3), R. Corso(6), G. Mancia(2), G. Grassi(3), A. Stella(1)
(1) Clinica Nefrologica, Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo dei Tintori, Monza, Milano, Italy. 2) Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Luca, Milano, Italy; 3) Clinica Medica, Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo dei Tintori, Monza, Milano, Italy; 4) Unità Operativa di Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa. Centro Cardiologico Monzino, Milano, Italy; 5) Unità Operativa di Cardiologia Interventistica del Centro Cardiologico Monzino, Milano, Italy; 6) Radiologia Interventistica, Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo dei Tintori, Monza, Italy)
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