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Ipertensione arteriosa

URICEMIA E PRESSIONE ARTERIOSA IN UNA POPOLAZIONE PEDIATRICA A RELATIVO RISCHIO CARDIOVASCOLARE

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Background

  • L’ ipertensione primaria o essenziale è  diventata un problema crescente negli adolescenti a causa della sua associazione con l’epidemia di obesità in atto negli ultimi decenni.
  • Nell’adulto è stato dimostrato che i livelli plasmatici di Acido Urico (AU) sono fortemente  correlati alla presenza di ipertensione arteriosa.
  • E’ stata anche descritta una relazione tra modificazioni dei livelli di uricemia nel tempo e valori di pressione arteriosa (PA), dall'infanzia all'età adulta.
  • La domanda a cui ancora non c’è risposta è se l’acido urico è un fattore causale indipendente o semplicemente un marker dello sviluppo di ipertensione

Obiettivo dello studio

Indagare il rapporto tra acido urico e pressione arteriosa, in un numeroso campione di bambini, escludendo i possibili fattori confondenti, come lo stadio di sviluppo puberale, la classe ponderale, la resistenza all'insulina e la funzionalità renale.

Metodi

  • Pazienti: 501 bambini (280 maschi, 221 femmine), età media 10.8 anni, inviati dal Pediatra di Famiglia per riscontro di elevati valori di pressione arteriosa e/o anamnesi familiare positiva per la presenza di malattie cardiovascolari.
  • Pressione arteriosa: i valori continui sono stati analizzati come z-scores, le categorie pressorie sono state definite in base ai nomogrammi USA specifici per età, sesso e altezza.
  • Classe ponderale: la popolazione è stata divisa in accordo con l’Internatonal Obesity Task Force in soggetti NORMOPESO (NP), SOVRAPPESO (SP) e OBESO (OB)
  • Rapporto circonferenza vita / altezza (CV/A): la distribuzione del grasso viscerale è stata fatta stabilendo un cut-off di 0,5 del rapporto per distinguere la popolazione in due categorie
  • Stadio puberale: la popolazione è stata divisa in pre-puberi e puberi in base alla classificazione di Tanner
  • Indice HOMA: la resistenza insulinica è stata valutata tramite indice HOMA (pl insulin µU/ml * pl glucose mmol/L) /22.5
  • eFG: il calcolo del filtrato glomerulare è stato fatto tramite la formula di calcolato con la formula di Schwartz

Risultati

Centocinquantasei (31.1%) bambini avevano la pressione normale. In 122 (24.4%), inviati per un precedente riscontro di ipertensione arteriosa, il dato non è stato confermato, 87 (17.4%) erano pre-ipertesi e 136 (27.1%) ipertesi. Il  33.3% del campione era in sovrappeso e il 40.5% era obeso.

Col peggioramento della categoria pressoria era presente un progressivo incremento dei valori di BMI z-score, del rapporto circonferenza della vita/altezza, di HOMA index e di uricemia (Figura 1 e 2).

I livelli di acido urico erano significativamente e direttamente correlati ai valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica, dopo correzione per stato di sviluppo puberale, BMI z-score, HOMA index e filtrato glomerulare (p<0.03) (Figura 3).

In un modello di regressione logistica in cui  i bambini normotesi venivano utilizzati come paragone, il rischio di essere pre-iperteso o iperteso era maggiore almeno del 50% (OR=1.60 e 1.54, rispettivamente, p<0.01 ) per ciascun incremento di 1 mg/dl di uricemia, mentre raddoppiava per i soggetti collocati nel IV quartile, sesso-specifico (OR=2.25 e 2.04, rispettivamente, p< 0.03) (Figura 4).

Conclusioni

Nei bambini a rischio cardiovascolare relativamente elevato, i livelli plasmatici di acido urico sono fortemente correlati ai valori di pressione arteriosa, attraverso le diverse categorie pressorie.

L'associazione tra livelli di pressione arteriosa e acido urico è indipendente dall’insulino-resistenza, dall’eccesso ponderale e dalla funzionalità renale.

Questi dati supportano la necessità di ulteriori studi di grandi dimensioni, prospettici e interventistici volti a chiarire i meccanismi fisiopatologici alla base del rapporto tra livelli sierici di uricemia e pressione arteriosa.

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pubblicata il  15 settembre 2013 
da Simonetta Genovesi¹,², Laura Antolini², Marco Giussani³, Paolo Brambilla³, Sara Galbiati², Silvana Mastriani¹, Andrea Stella¹,², Roberto Pontremoli⁴, Maria Grazia Valsecchi², Francesca Viazzi⁴
(¹Clinica Nefrologica, Ospedale San Gerardo, Monza; ²Università di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze della Salute, Monza; ³Pediatra di Famiglia, Milano; ⁴Università di Genova and IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino-IST Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro, Genova)
Parole chiave: acido urico, ipertenssione, obesità, rischio cardiovascolare
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