Login




Ipertensione arteriosa

Effetti quantitativi e temporali della denervazione renale sulla pressione arteriosa e sul traffico nervoso simpatico nell’ipertensione resistente

poster

INTRODUZIONE

La denervazione renale nel paziente con ipertensione resistente determina un effetto antipertensivo probabilmente mediato da una riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico (Schlaich - 2009 [1] (full text)). Tuttavia sono disponibili pochi dati sull’andamento temporale della riduzione pressoria e del traffico nervoso e il loro rapporto in relazione alla procedura (Hering -2013 [2]). Lo scopo di questo lavoro è stato di valutare gli effetti della denervazione renale in pazienti con ipertensione resistente sull'attività del sistema nervoso simpatico in relazione alla riduzione della pressione arteriosa.

METODI

In 11 pazienti con ipertensione resistente sottoposti a denervazione renale transcaterere è stata misurata la pressione arteriosa (PA) clinica, battito-battito (Finapres) e ambulatoriale (Spacelab), la frequenza cardiaca (FC, ECG a riposo) ed il traffico nervoso periferico (MSNA, microneurografia, nervo peroneale), prima della procedura, 30, 90 e 180 giorni dopo la procedura (Figura 1).

RISULTATI

I pazienti con età media di 65.4±3.4 anni (mean±SEM), avevano al basale un indice di massa corporea di 28.2±1.1 kg/m2, PA clinica di 170.6±3.4/94.8±4.4 mmHg, monitoraggio ambulatoriale della PA di 154.9±5.0/87.1±3.0 mmHg e valori di MSNA di 67.9±2.9 bursts/100hb. Trenta giorni dopo la procedura è stata osservata una riduzione dei valori di PA clinica (PAS: -14.9±9.6 mmHg; P=0.06, PAD -9.1±5.0 mmHg; P<0.05) (Figura 2 e 4), che si è mantenuta a 90 e a 180 giorni (PAS: -14.3.3±8.1 mmHg; P=0.06, PAD: -8.6±4.8 mmHg; P<0.05), (Figura 5). Un andamento simile è stato osservato per i  valori di PA ambulatoriale (Figura 3 e 4) anche se il calo pressorio è stato considerevolmente inferiore (-7.6±2.4 mmHg per la PAS e -8.6±3.1 mmHg per la PAD, P=0.06 and P<0.05, rispettivamente). La MSNA (Figura 6) si è ridotta progressivamente durante il periodo di follow-up (30 giorni -6.2±3.8 bs/100hb, -9.1%; 90 giorni -12.8±3.0 bs/100hb, -18.9%; 180 giorni; -14.4±3.1 bs/100hb, -21.2%; P<0.01). La procedura non ha modificato i valori di frequenza cardiaca nè la variabilità della PA ambulatoriale. Non è stata trovata  una correlazione significativa tra i valori di PA clinica o ambulatoriale dopo denervazione renale e le concomitanti variazioni di MSNA.

CONCLUSIONI

I dati suggeriscono che la denervazione renale determina un effetto simpatoinibitorio progressivo ad insorgenza precoce. Tuttavia tali effetti non sembrano essere associati nè temporalmente nè quantitativamente alla riduzione della PA post denervazione renale, in particolare considerando i valori di PA ambulatoriale.

release  1
pubblicata il  18 settembre 2013 
da Federico Pieruzzi¹, Gino Seravalle²Gianmaria Brambilla³, Marina Alimento⁴, Antonio Bartorelli⁵, Marco Volpe³, Raffaella Dell’Oro³, Laura Magni³, Rocco Corso⁶, Giuseppe Mancia², Guido Grassi³, Andrea Stella¹
(¹Clinica Nefrologica, Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo dei Tintori, Monza, Milano; ²Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Luca, Milano; ³Clinica Medica, Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo dei Tintori, Monza, Milano; ⁴Unità Operativa di Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa. Centro Cardiologico Monzino, Milano; ⁵Unità Operativa di Cardiologia Interventistica del Centro Cardiologico Monzino, Milano; ⁶Radiologia Interventistica, Università Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo dei Tintori, Monza)
Parole chiave: denervazione renale
Non sono presenti commenti
Figure

Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.

Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.

Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Lucia Piumetto, Tesi S.p.A.
0172 476301 — lucia.piumetto@gruppotesi.com