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Nefrologia clinica

LA TERAPIA NUTRIZIONALE PERSONALIZZATA NEL PAZIENTE NEFROPATICO: VALUTAZIONE DELLO STATO METABOLICO, COMPOSIZIONE CORPOREAE E INDICI DI REATTIVITÀ VASCOLARE

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Razionale

Nei pazienti affetti da IRC, già con un GFR < 50 mL/min possono presentarsi  malnutrizione, infiammazione ed aterosclerosi (sindrome MIA) e una restrizione proteica potrebbe prevenire e/o correggere  queste manifestazioni. Nel nostro studio abbiamo verificato gli effetti di un intervento nutrizionale personalizzato nei pazienti con IRC in III e IV stadio KDOKI.

Casistica e Metodi

Abbiamo arruolato 16 pazienti (9♀ e 7♂) con età media di 53,7 (±12,9) aa che sono stati esaminati prima  dell’intervento nutrizionale e a 3, 6, 9 e 12 mesi con valutazione dell’assetto lipidico, indici di flogosi, elettroliti, metabolismo minerale, proteinuria ed azoturia 24h. Sono stati inoltre effettuati emogasanalisi, valutazione dei parametri antropometrici, DEXA, IMT carotideo ed FMD dell’arteria brachiale. I dati sono stati sottoposti ad analisi statistica con software SPSS versione 17.0.

Risultati

I risultati hanno mostrato un decremento dell'azotemia (F=8.186, P=0.008), della fosforemia (χ2=8.73, p= 0,068) e della proteina C reattiva (χ2=12.71, P=0.013). I livelli di creatininemia, albuminemia, proteine totali, IMT (F=0.621, P=0.562) e FMD (F=0.460, P=0.764) si sono mantenuti costanti. E' stato osservato un miglioramento dei valori di bicarbonatemia (F=4.680, P=0.004) con pH costante. La BIA e la DEXA (fig1) hanno rivelato una riduzione della massa grassa e un mantenimento della massa magra, mentre la Hand Grip ha mostrato un miglioramento della forza muscolare.

Conclusioni

L’intervento nutrizionale è stato elaborato adattando la prescrizione al grado di disfunzione renale ma anche al BMI e all’anamnesi del paziente, differenziando il grado di restrizione proteica e l’apporto energetico per ottenere una maggiore compliance e una maggiore efficacia del trattamento prevenendo così l’istaurarsi della sindrome MIA. Inoltre la riduzione dei bicarbonati sierici e del quadro infiammatorio potrebbe rallentare la progressione del danno renale e del quadro aterosclerotico tipico di questi pazienti.

B. Coppola, V. Tommasi, S. De Leo, A. Gigante, B. Barbano, A. Galani, S. Lai, R. Cianci, M. Muscaritoli
(Policlinico Umberto I, Dipartimento di Medicina Clinica, Sapienza Università di Roma)
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