L'ormone adrenocorticotropico (ACTH) rappresenta attualmente una terapia di particolare interesse nel trattamento della sindrome nefrosica (SN).Scopo del presente lavoro è confrontare tra loro i risultati ottenuti con i due principali schemi di trattamento proposti nella letteratura europea.
Sono stati raccolti retrospettivamente i dati di 20 pazienti, M:F=16:4 con età media di 60aa, 19 glomerulonefriti membranose, 1 glomerulonefrite a lesioni minime, trattati con ACTH 1 mg x 2 /settimana (12 pazienti, gruppo 1) oppure 1 mg/settimana (8 pazienti, gruppo 2) i.m. per 12 mesi. Comorbidità: cardiovascolari 30%, diabete 15%, ipertensione 60%, pregresse neoplasie 30%, IRC 30%. Terapia di salvataggio nel 65% dei casi. Sono stati confrontati i risultati ottenuti nei due gruppi sia in termini di efficacia che di sicurezza del farmaco.
Gruppo 1: proteinuria mediana basale (pto, g/24h) 4,95 versus pto mediana 6° mese 1,7 (p=0,024)
Gruppo 2: pto mediana basale 5,39 versus pto mediana 6° mese 6,09 (p=0,75)
Gruppo 1: pto mediana basale 4,95 versus pto mediana fine trattamento 0,6 (p=0,043)
Gruppo 2: pto mediana basale 5,39 versus pto mediana fine trattamento 3,1 (p=0,046)
Drop out: gruppo1 58,3% versus gruppo2 25%
Effetti collaterali:
ritenzione idrica: 41,7% gruppo1 vs 12.5% gruppo2 (p=0,3)
infezioni: 33,4% gruppo1 vs 0% gruppo2 (p=0,3)
ipopotassiemia: 50% gruppo1 vs 0% gruppo2 (p=0,042)
L'ACTH si conferma una valida opzione terapeutica per la SN anche in pazienti selezionati negativamente con SN di difficile controllo e plurime comorbidità. Gli effetti collaterali sembrano rappresentare un fattore determinante la limitata diffusione del trattamento. Lo schema a posologia ridotta presenta significativi vantaggi in termini di sicurezza del farmaco a fronte di una risposta clinica presente per quanto più tardiva ed è, a nostro parere, da prediligere in pazienti per i quali non sia indispensabile indurre una rapida remissione della pto.