La biopsia renale (BR) rimane l’indagine migliore per ottenere informazioni circa la diagnosi e la prognosi nel trapianto renale. Tuttavia, la BR è una procedura invasiva e pertanto a rischio di complicanze emorragiche (CE). Il tempo di stillicidio (TS) è attualmente l’esame più utilizzato per valutare il rischio di CE.
Scopo del nostro studio prospettico è stato di valutare l’utilità dell’associazione di un test in vitro mirato ad esplorare la funzionalità piastrinica (PFA-100) e del TS nel predire le CE dopo BR.
In 119 pazienti trapiantati di rene sottoposti a BR sono stati analizzati i seguenti parametri: PFA-100, TS, PT/PTT, Hb, conta piastrinica, GFR e i valori di pressione arteriosa. Il protocollo di studio prevedeva di procedere alla BR nei seguenti casi: i) TS≤8 min indipendentemente dal valore di PFA-100, ii) TS>8 min e valori di PFA-100 nei limiti di norma e iii) dopo somministrazione di desmopressina se TS>8 min e valori di PFA-100 alterati.
I valori di PFA-100 sono risultati alterati in 56 pazienti su 119. In 9 pazienti su 119 è stato riscontrato un TS>8 min, di questi solo in un paziente il PFA-100 è risultato alterato. 9 pazienti su 119 hanno sviluppato CE, in 2 di essi il PFA-100 era alterato ed il TS era ≤8 min. 1 paziente dei 9 con CE aveva TS>8 min e PFA-100 nella norma. I rimanenti 6 pazienti con CE avevano un TS≤8 min e PFA-100 di norma. Non sono state riscontrate differenze significative nei parametri clinici, ematologici e nel numero di prelievi per singola procedura bioptica tra pazienti con e senza CE.
I risultati del nostro studio dimostrano che il test di funzionalità piastrinica PFA-100 in associazione al TS non è utile nel predire il rischio di complicanze emorragiche post-bioptiche nel trapianto renale.