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Trapianto

CONVERSIONE A INIBITORI DI m-TOR E IMPATTO SULLA FUNZIONE RENALE IN PAZIENTI CON TRAPIANTO RENALE AFFETTI DA CARCINOMA SQUAMOCELLULARE

poster

Razionale

I tumori cutanei non melanomatosi sono tra le neoplasie più comuni nei pazienti trapiantati di rene (Figura 1) ("C.Ulrich-2008" [1] (full text)). La conversione della terapia immunosoppressiva a inibitori di m-TOR (m-TORi) nei riceventi di trapianto renale (RTR) affetti da carcinoma squamocellulare (SCC) si è dimostrata efficace nel ridurre le recidive della neoplasia ("J.W. de Fijter, 2007") [2] (full text)ma è gravata da una prognosi sfavorevole sulla conservazione della funzione renale nei RTR con clearance della creatinina (CrCl) inferiore a 40 ml/min e/o proteinuria maggiore di 0,8 g/die (J.M Campistol, 2007) [3] (full text)

Casistica e Metodi

Abbiamo considerato i pazienti trapiantati di rene nel nostro Centro dal 1991 al 2012 che hanno sviluppato Carcinoma Squamocellulare sottoposti a conversione del regime immunosoppressivo da acido micofenolico a everolimus mantenendo basse dosi di ciclosporina (CYA), oppure a Sirolimus con eliminazione di CYA, valutando l’impatto su funzione renale e sulla recidiva della neoplasia. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla clearance della creatinina (CrCl) al momento dell'introduzione di m-TORi (gruppo A CrCl< 40 ml/min, gruppo B CrCl> 40 ml/min).

Risultati

Tredici pazienti hanno sviluppato Carcinoma Squamocellulare ad una mediana dal trapianto di 107 mesi (36-264) su un totale di 828 pazienti trapiantati (Figura 2) .Tutti erano in terapia con CYA, acido micofenolico e steroide. Undici pazienti sono stati convertiti a Everolimus mantenendo bassi livelli di CYA; due pazienti sono stati convertiti a Sirolimus con eliminazione di CYA. Considerando i 6 pazienti con CrCl <40 ml/min.
al momento della conversione, 2 hanno sviluppato ESRD, 2 ulteriore peggioramento della funzione renale e 2 hanno mantenuto una CrCl stabile (Figura 3). I 7 pazienti con CrCl >40 ml/min e proteinuria < 0,8 g/24h alla conversione (due dei quali convertiti a Sirolimus) hanno mantenuto una CrCl stabile (Figura 4); un paziente ha sviluppato AKI su base pre-renale durante il follow-up .Il follow-up medio dopo la conversione è stato di 29 mesi. La recidiva della neoplasia dopo lo switch  si è presentata in soli due casi (Figura 5).

Conclusioni

La conversione del regime immunosoppressivo da acido micofenolico a m-TORi si conferma la terapia di scelta nei pazienti affetti da Carcinoma Squamocellulare con ottimi risultati sulla conservazione della funzione renale nei pazienti con CrCl>40 ml/min e proteinuria di grado lieve sia con Everolimus e bassi livelli di CYA, sia con Sirolimus ed eliminazione di CYA (in accordo con lo studio TUMORAPA) ("S.Euvrard,2012" [4] (full text)). Questo studio dimostra una prognosi sfavorevole sulla conservazione della  funzione renale nei pazienti con ClCr < 40 ml al momento della conversione a m-TORi e conferma inoltre un basso numero di recidive della neoplasia dopo l'introduzione di m-TORi.  

release  1
pubblicata il  17 settembre 2013 
da L. Caroti*, M. Zanazzi*, L. Di Maria*, P. Carta*, A.Larti*, E.Buti*,N.Pimpinelli°, L. Moscarelli*, E.E. Minetti*
(*Nefrologia, Dialisi e Medicina del Trapianto- Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Firenze; °Dipartimento Medico-Chirurgico, sezione di Dermatologia clinica, preventiva e oncologica, Università di Firenze)
Parole chiave: neoplasie e inibitori di m-TOR, trapianto renale
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